Terminata anche quest’esperienza, ti svelo quali sono, secondo me, i pro e contro del lavoro alla pari! Che rimane, in ogni caso, un’esperienza molto speciale.
La mia seconda (e, al 100%, ultima) esperienza come ragazza alla pari si è appena conclusa e, nonostante ti abbia già raccontato qualcosa di questo tipo di lavoro (qui ti ho spiegato in modo approfondito di cosa si tratta, mentre qui trovi i requisiti dell’au pair perfetto), volevo scrivere un ultimo post per parlarti di quelli che, secondo me, sono i principali pro e contro del lavoro alla pari. Che un lavoro normale proprio non è.
Quello che sto per scrivere è basato soprattutto sulla mia esperienza personale, ma anche sull’esperienza di decine e decine di ragazze (e ragazzi) alla pari che ho conosciuto in Australia e in Nuova Zelanda. Spero che possa esserti utile per farti un’idea più precisa degli aspetti positivi e negativi che un’esperienza del genere può comportare!
Pro e contro del lavoro alla pari: i PRO
Arrivare in un posto nuovo con alcune, fondamentali sicurezze
Uno dei due motivi fondamentali per cui ho scelto di provare questa esperienza sia in Australia sia in Nuova Zelanda. Chi parte per queste destinazioni, spesso, non ha nessuna sicurezza e quindi è “costretto” a dormire svariate notti in un qualche ostello, cercando nel frattempo un lavoro e una casa in condivisione nella quale trasferirsi. Ciò significa spendere soldi in alloggio (spesso anche per intere settimane) e avere l’ansia di trovare il primo lavoro e la prima casa che capitano. Io volevo una sicurezza prima di partire per l’altro capo del mondo, e il lavoro alla pari me l’ha garantita: dal momento esatto in cui metti piede nella destinazione di arrivo, se sei un au pair hai vitto, alloggio e un piccolo stipendio settimanale garantiti.
Entrare in contatto con la cultura locale
Il secondo dei miei motivi fondamentali. Se si parte per un periodo di tempo abbastanza lungo, quello che solitamente si vuole è entrare in contatto con la cultura del luogo. Fare la backpacker da subito mi avrebbe regalato molte più amicizie internazionali, ma forse non avrei mai potuto immergermi completamente e fin da subito nel più autentico stile di vita australiano/neozelandese: solo vivendo con una famiglia del luogo ci si riesce al 100%! Si capiscono i tempi, i modi, le abitudini, le routine, la vita quotidiana e concreta di chi questi luoghi li chiama casa da sempre.


Conoscere tantissime persone con cui instaurare rapporti duraturi
Oltre a questo…fare amicizia con altri/e au pair (e non solo) è davvero una passeggiata. Spesso sono persone coetanee, con le quali si ha in comune la stessa esperienza e, quindi, con cui condividere gioie e sventure della vita quotidiana all’estero. Si creano rapporti spesso molto stretti perché ci si capisce, viviamo lo stesso mondo. E certe conoscenze diventano amicizie dal valore inestimabile.


Migliorare la conoscenza di una lingua straniera
Sono laureata in lingue, ma la conoscenza di una lingua straniera non finisce davvero mai. In Australia e NZ ho conosciuto varianti inglesi diverse, ho imparato ad usare espressioni, parole e modi di dire che non avevano mai fatto parte del mio vocabolario, ho compreso nel profondo certe sfumature linguistiche. Posso solo immaginare quanto sia grande un’esperienza del genere per chi una lingua non la parla o la conosce poco: un’occasione imperdibile e preziosissima!
Non doversi preoccupare del vitto e dell’alloggio
Al di là di togliersi il peso delle prime settimane di ricerca, anche il pensiero di non doversi preoccupare mai del vitto e dell’alloggio, perché gratuiti in cambio del tuo lavoro, è un’altra gran bella rogna che se ne va. Soprattutto in Paesi come quelli di cui ho fatto esperienza io, in cui affitti e cibo rappresentano spese a volte stratosferiche!

Avere tempo libero per sé
Questo lavoro è sempre incentrato sulle attività e sugli impegni dei bambini e dei genitori; questo significa, nella maggior parte dei casi, che i weekend, le sere e i momenti in cui i bambini sono a scuola sono liberi! In alcuni casi si riesce quindi ad avere molto tempo libero per sé e per i propri amici. Alla fine la sensazione è quella di avere molto più tempo libero rispetto a un lavoro d’ufficio, per dire, nonostante le ore lavorate siano sempre le stesse. Da considerare, anche, che spesso si è pagati per “lavorare” quando si sta cenando o pranzando, quando i bambini dormono o giocano per conto loro…non male!
Viaggiare nel proprio tempo libero (e non solo)
Questo tempo libero e la conoscenza facile di tantissime persone sono i fattori che stanno alla base dei tanti piccoli viaggi che si possono fare nel weekend o delle innumerevoli gite fuori porta. Scoprire le zone circostanti sarà davvero una passeggiata, e poi ci saranno anche momenti in cui si lavorerà di meno e quindi si potrà pensare a viaggi un po’ più lunghi. Senza considerare che molte famiglie scelgono di portare l’au pair con sé nei loro viaggi, magari in cambio di solo un paio d’ore di lavoro in tutto il weekend!

Approfittare di qualche benefit, che non fa mai male
Può essere l’uso esclusivo dell’auto, una SIM locale tutta per te, qualche sconto o la possibilità di un lavoretto extra, una camera grande con tutti i confort…c’è sempre qualcosa di buono di cui approfittare! In Australia, per dire, avevo una palestra tutta per me. Mica male 🙂
Pro e contro del lavoro alla pari: i CONTRO
Trovare il giusto confine tra lavoro ed esperienza
Il più grande lato negativo del lavoro alla pari in assoluto è un concetto che non sono capace di spiegare e che solo chi ha provato quest’esperienza può capire fino in fondo. Chi lavora alla pari è un po’ dipendente ma è anche membro della famiglia, è come un figlio per i genitori ma anche un loro pari, con stessi doveri e stesse responsabilità verso i bambini, è una persona che viene pagata per fare un lavoro, ma anche un coinquilino con cui condividere spazi e oggetti. Quando gioco con i bambini, che dovrei considerare come fratelli acquisiti, sto lavorando o mi sto godendo la loro compagnia? Sono “costretta” o no a trascorrere del tempo con la famiglia anche fuori dagli orari di lavoro? Posso permettermi una confidenza, un pensiero, una lamentela in più perché queste persone sono le più care che ho in questa parte di mondo, oppure devo “stare nel mio” perché le confidenze non si fanno coi propri “superiori”? Sono tutte incognite alle quali non si può mai dare una risposta univoca, perché dipende dalla persona alla pari e dalla famiglia. E, spesso, risposte a queste domande non esistono proprio. Questa situazione, credimi, può risultare davvero stressante e frustrante alla lunga. Perché le cose non sono mai perfettamente chiare ed è impossibile che lo siano, visto che entrano in gioco rapporti umani dalle infinite sfaccettature.
Amare i bambini per davvero ed essere pazienti
Questo è un contro forse solo per quelli come me, che non sono persone proprio pazienti di fronte ai bambini. Loro hanno bisogno di attenzioni particolari, in base alla loro fascia d’età e, soprattutto, alla loro personalità. Serve un’immensa pazienza per sopportare i loro capricci, i loro vizi, i momenti di stanchezza, le richieste assurde, il bisogno onnipresente di essere al centro dell’attenzione…ma soprattutto serve pazienza per imparare a conoscerli e a farsi conoscere davvero!
Sopportare la solitudine e alcuni momenti alienanti
È vero che si incontrano tante persone, ma ci saranno tanti momenti, nel corso della vita quotidiana, in cui ci si sentirà soli. Perché la famiglia, anche se ti vuole bene, è pur sempre una famiglia e richiederà i momenti di intimità. Ci sono dei giorni in cui non parli praticamente con nessuno (al massimo solo con personcine che hanno 20 anni meno di te), non vedi nessuno, non interagisci col mondo reale e…sì, ti senti un mezzo alieno.
Essere sempre disponibili per le emergenze
L’au pairing, come dicevo all’inizio, non è un lavoro normale. Essere au pair significa anche essere presente e disponibile al 100% per la famiglia e per i bambini. Nonostante ci siano giorni e momenti liberi fissati a prescindere, è quasi impossibile tirarsi indietro se un giorno il bambino sta male e non può andare a scuola, oppure se i genitori hanno bisogno di un paio d’ore di lavoro urgenti…sono cose che capitano raramente, ma vanno comunque messe in conto.

Avere difficoltà a mettere tanti soldi da parte
È vero, si guadagna sempre qualcosina, soprattutto considerando che il vitto e l’alloggio sono spesati a parte. Però non è mai un guadagno troppo grande (gli stipendi si aggirano dai 100 ai 300 euro a settimana, in base alla famiglia e al Paese in cui ci si trasferisce) e quindi, tra extra, uscite con gli amici e piccole gite fuori porta…i soldi vanno via che è un piacere e mettersi da parte qualcosa per i viaggi futuri non è così semplice!
Riconoscere che i rapporti con la famiglia possono essere difficili
Eh sì, perché ci possono essere stati scambi di email, telefonate su skype, messaggi, incontri…ma, per quanto tu ti sia innamorato della tua prossima famiglia ospitante, solo convivendoci nel quotidiano puoi veramente renderti conto se siete sulla stessa lunghezza d’onda oppure no. A me è capitato con la mia host mum australiana: sembravamo piacerci molto, ma quando sono arrivata a casa sua, sono bastate poche settimane per capire che non eravamo proprio l’una nelle corde dell’altra. In questo caso bisogna accettare, essere flessibili, provare magari a parlarne…e può essere causa di un malessere più o meno grande.
Accettare un concetto nuovo di privacy e indipendenza
Anche se hai una camera o, addirittura, un piccolo appartamento tutto tuo, il concetto di privacy e di indipendenza che hai sempre avuto verranno sicuramente modificati. Perché abitare nella stessa casa con degli adulti che non siano i tuoi genitori (e già io non abitavo più con loro da anni) e con bambini nel 99.99% ficcanaso…non è semplice per niente!!
Spero di averti mostrato una panoramica esauriente dei pro e conto del lavoro alla pari…magari ti potrà essere utile per la tua prossima esperienza!! Tutto sommato, io sono stra contenta di aver provato questa esperienza, che mi ha arricchito molto da molti punti di vista!
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Tu hai mai provato un’esperienza del genere? Ti aspettavi questi pro e contro del lavoro alla pari? Lo faresti mai? Raccontamelo nei commenti! 🙂

Katia - Il Miraggio - consigli di viaggio e di arte
Febbraio 17, 2017Brava per quest’esperienza! Io l’ho fatto per due volte, una in Germania e una in Irlanda e per fortuna sono durate poco: mi sono resa conto che non faceva per me! Quindi concordo pienamente con quello che hai scritto: tanta pazienza, flessibilità e spirito di adattamento e, MOLTO importante: amare veramente i bambini. Entrambe le mie esperienze sono durate 3 mesi (e io dico: per fortuna!), ma appena ho cercato un altro lavoro & alloggio, la mia vita è rinata! … Dopodiché mi sono rifiutata di fare la baby sitter & eu pair perché ho capito che non faceva per me 🙂
Agnese - I'll B right back
Febbraio 22, 2017Grazie Katia! Anche la Germania e l’Irlanda devono essere posti molto interessanti in cui vivere. Anche io, onestamente, non credo di essere portata per questo lavoro, infatti 7 mesi sono stati un lasso di tempo infinito…alla fine ho deciso di tenere nel cuore solo gli insegnamenti positivi 🙂
Comunque sì…da ora non farò la au pair o la babysitter mai piu nella vita!! Ahaha
Giulia
Febbraio 17, 2017Interessante questo post. Appena diplomata, volevo partire come au pair, ma poi ho trovato lavoro a Roma e ci ho ripensato. Durante gli anni dell’università ogni tanto ci ho pensato su, ma mai seriamente. Adesso non credo riuscirei a partire come au pair, come volontaria in un ostello o b&b sicuramente, ma per altro non saprei. Ah, particolare molto importante: io sono una vera frana nelle faccende di casa. Cucinare è l’unica cosa che mi riesce bene, magari se qualche famiglia fosse in cerca di una cuoca pure pure… 😛
Ciao cara, buon viaggio!
Agnese - I'll B right back
Febbraio 22, 2017Per me invece l’esperienza come au pair è stata un po’ un caso, la trovavo la soluzione per andare in Australia senza avere spese…poi però si è rivelata un’ottima occasione di arricchimento!! Tranquilla che io con le faccende di casa me la cavo (senza esagerare), invece a cucinare insomma…forse magari dovrebbero prenderci in coppia!! Ahahah
Sara L'Esploratrice
Febbraio 17, 2017Bell’articolo Agnese! Con tutti i tuoi approfondimenti su questo argomento mi hai aperto un mondo che non conoscevo per niente e che adesso mi affascina molto. Quello che più mi fa dubitare e probabilmente non mi farà mai scegliere questo tipo di esperienza (se non breve) sono i bambini! Io ho poca pazienza e non li sopporto molto…dici potrebbe essere un problema!? ahahah :*
Agnese - I'll B right back
Febbraio 22, 2017Ahaha noooo tranquilla Sara, la poca pazienza con i bambini non è assolutamente un problema! Ahahah No vabbè, scherzi a parte, anche io non ne ho, infatti ho faticato molto in certi momenti…come tutte le cose, si impara! Magari, se l’esperienza ti incuriosisce, potresti provare per un mese o due!!
ChiaraPaglio
Febbraio 17, 2017Ciao Agnese! Come ho già detto questo mondo dell’au pair mi incuriosisce molto (anche se non so se avrò mai il coraggio di provare!) e penso che i tuoi post siano utilissimi per tutte quelle persone che cercano risposte pratiche sull’argomento. E adesso che si fa, torni in Italia? 🙂
Agnese - I'll B right back
Febbraio 22, 2017Ciao Chiara!! Io spero davvero che questi post possano essere utili alle persone che vorrebbero intraprendere un’esperienza del genere, anche perché spesso i dubbi che rimangono senza risposta sono tanti! Se pensi che l’esperienza ti piacerebbe, in caso scrivimi che ti aiuto a trovare il coraggio 🙂
Adesso arriva il bello! Siamo partiti da una settimana, giriamo la Nuova Zelanda a bordo del nostro van…sognavo un viaggio così da sempre e sono molto contenta!! Metto sempre aggiornamenti sul blog e sui social 😉
Un abbraccio!!
Daniela - The DAZ box
Febbraio 18, 2017Ho letto con molto interesse tutti i tuoi post sulla questione, forse perché, avendo cominciato a lavorare un mese dopo la laurea, questa è un’esperienza che non ho fatto. Il lavoro di ragazza alla pari secondo me è molto impegnativo, se non altro perché si tratta, in larga parte, di seguire bambini e non tutti ci sono portati. Comunque è sicuramente un’esperienza bellissima!
Agnese - I'll B right back
Febbraio 22, 2017È sicuramente un’esperienza che ti arricchisce molto, da diversi punti di vista. E sì, se ti manca la pazienza con i bambini è durissima…anche se avvolte è il rapporto coi genitori che può essere ancora più difficile!
Girovagandoconstefania
Marzo 17, 2017E’ un’esperienza con molti pro e penso da consigliare alle ragazzi giovani prima di tutto per migliorare una lingua straniera. Vivere con una famiglia è molto istruttivo per entrare in diretto contatto con gli usi locali ed i cibi.. mi è rimasto impresso il tuo post sulla crema marmitte 🙂
Agnese - I'll B right back
Marzo 31, 2017Ah s’, Stefania: sicuramente è un’esperienza che fa crescere molto e che insegna tantissime cose su altri usi e costumi, ma anche semplicemente su “come si sta al mondo”…la marmite però avrei fatto volentieri a meno di conoscerla! 😀
ladiesarebaking
Marzo 20, 2017No…devo ammettere che un’esperienza così non l’ho mai vissuta…anche se ora che sono “grande” mi piacerebbe averla fatta! Indubbiamente ci sono anche molti contro che non sono da sottovalutare…ma l’idea di vivere la cultura di un posto (spesso un posto molto diverso da quello da dove si viene) come un local, mi sarebbe piaciuto tanto! La ricchezza che ti dà un’esperienza così, te la porti dietro tutta la vita!
Lucia
Agnese - I'll B right back
Marzo 31, 2017Hai proprio ragione, Lucia! Sono esperienze che ti porti dietro e che ti cambiano sempre, più o meno consapevolmente. Di solito ti cambiano in meglio 🙂
Gaia
Marzo 1, 2021mentre si fa l’esperienza, si può cercare lavoro per il futuro?
Agnese - I'll B right back
Luglio 13, 2021Ciao Gaia, perdonami ma questo commento mi era proprio sfuggito. Certo che si può! Io, ad esempio, in Australia ho iniziato a cercare un nuovo lavoro mentre ero ancora au pair. L’importante è essere sempre trasparenti con la propria famiglia ospitante e comunicare le cose per tempo (anche onorando l’eventuale contratto e le sue scadenze). 🙂