La storia di Manrique a Lanzarote vale la pena di essere raccontata! Qui ti parlo dei suoi luoghi: Casa-Museo e Fondazione, ma non solo!
Lo ammetto: prima di avere in mano un biglietto aereo per Lanzarote e di aver iniziato a informarmi per bene su quest’isola, sapevo ben poco di Manrique e del suo strettissimo legame con Lanzarote. Ho raccolto parecchie informazioni e poi, una volta sul posto, mi sono dedicata alla visita di tutti gli importanti luoghi che raccontano la storia di Manrique a Lanzarote: e ho scoperto come quest’isola avrebbe avuto un volto completamente diverso se il suo figlio più illustre, l’architetto e artista César Manrique, non fosse mai esistito.
In questo post ti racconto in particolare dei due luoghi di fondamentale importanza per la vita di Manrique a Lanzarote: la sua casa e la sua fondazione. Sono sicura che ti stupiranno!! Ti racconterò anche un pochino della storia di Manrique e ti fornirò l’elenco completo dei luoghi in cui trovare la mano di Manrique, a Lanzarote e non solo.
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Una breve biografia di César Manrique
César Manrique fu… è difficile dire cosa fu di preciso, incasellarlo in uno schema troppo quadrato: fu architetto, scultore, pittore, paesaggista, disegnatore urbanistico, conservatore di monumenti, attivista, pioniere dell’ecologia. Forse è una di quelle figure che si possono davvero chiamare artista: una persona poliedrica, animata da interessi diversi ma vicini tra loro, legato alla propria arte in ogni momento della sua vita, curioso e sperimentatore.

Nato nel 1919 ad Arrecife (la capitale di Lanzarote), Manrique morì nel 1992 a Teguise (la ex capitale dell’isola) in un – misterioso?? – incidente stradale. Artista canarino nell’anima, divenne ben presto una personalità di fama mondiale: nel corso della sua esistenza visse per diversi anni a Madrid, dove studiò all’Accademia di Belle Arti di San Fernando, ma anche qualche mese a Parigi e nell’artisticamente produttivissima New York degli Anni ’60. Oltre ad aver viaggiato molto in diverse parti del mondo, le sue opere parteciparono alla Biennale di Venezia per due anni e furono le protagoniste di tantissime mostre a New York, in Spagna, Svizzera, Belgio, Germania e altri Paesi.
Lanzarote è Manrique e Manrique è Lanzarote
“Per me, era il luogo più bello della Terra. E mi resi conto che, se fossero stati capaci di vederlo attraverso i miei occhi, allora l’avrebbero pensata come me”.
È così che Manrique considerava la sua terra natìa, la vulcanica e capricciosa Lanzarote. Ristabilitosi qui definitivamente nel 1966, Lanzarote divenne per Manrique una vera e propria tela, sulla quale esprimere le sue doti artistiche e le sue idee sull’ecologia e il rispetto per l’ambiente. Il grande merito dell’arte di Manrique, infatti, è stato quello di aver riqualificato diverse zone dell’isola sperimentando con le proprie abilità e con i materiali a disposizione, così da creare opere architettoniche sempre in perfetta armonia con la natura brulla e potente della sua isola: un nuovo pensiero estetico che denominò Arte-Natura/Natura-Arte. Le opere di Manrique rispettano l’ambiente che le circondano, ci si inseriscono alla perfezione, come se fossero sempre state lì, come se quello fosse sempre stato il loro posto. Che piacciano o meno, è innegabile nelle sue opere dislocate a Lanzarote la capacità di aver fuso alla perfezione la bellezza della natura e del territorio con quella dell’abilità umana: nelle opere di Manrique, è come se uomo e natura fossero una cosa sola, una simbiosi perfetta.
Manrique e Lanzarote… come la vediamo oggi
Gli anni ’60 hanno segnato anche un enorme boom turistico nell’isola di Lanzarote, e Manrique ha avuto un impatto fortissimo anche – e soprattutto – su questo: discutendo a lungo con i suoi concittadini isolani e convincendoli del fatto che si potesse tranquillamente vivere di turismo senza dover necessariamente deturpare il paesaggio, è riuscito a difendere i suoi valori ambientali e a contribuire in gran misura al piano urbanistico che ha regalato a Lanzarote l’aspetto che mantiene ancora oggi: i grandi e brutti resort tutti uguali, quelli che oggi chiamiamo eco-mostri, sono molto rari su quest’isola; le case dei tanti villaggi spersi nelle colline vulcaniche sono fatti di casette ricoperte di calce bianca, in un’armonia visiva che difficilmente passa inosservata; molto raramente troverai strutture non ricettive più alte di due piani, o cartelli pubblicitari lungo le strade.
In un periodo in cui turismo, economia in crescita ed edilizia avrebbero potuto fare grandi danni all’immagine e all’ambiente di Lanzarote, Manrique ha imposto la sua priorità di rispetto delle caratteristiche originarie dell’isola; per questo, nel 1978 fu insignito del Premio Mondiale per l’Ecologia e il Turismo. Ed è, sempre in grande misura, grazie a questo che Lanzarote fu dichiarata Riserva della Biosfera dall’UNESCO nel 1993. Ah, e poi, Manrique ritorna anche nei simboli: il logo ufficiale dell’isola di Lanzarote e il famoso diavoletto del Timanfaya sono stati disegnati da lui.
Insomma: senza Lanzarote, forse, Manrique e il suo stile e le sue idee e le sue creazioni non sarebbero mai esistiti. Ma è anche vero che, se Manrique non avesse provato così tanto amore, dedizione e gratitudine per la sua isola e la sua natura difficile ma capace di conquistare i cuori, anche Lanzarote sarebbe, oggi, molto diversa – probabilmente molto più brutta, più caotica, meno affascinante, meno autentica, meno unica – di come la possiamo vedere adesso.
La Fundación César Manrique a Lanzarote
Poco fuori dalla capitale Arrecife si trova il piccolo paese di Tahíche dove, immersa in un impressionante paesaggio vulcanico, potrai visitare l’abitazione dove Manrique abitò per vent’anni, dal 1968 al 1988. È un posto incredibile, dove davvero sembra che le idee e le percezioni artistiche di Manrique si concentrino in un luogo fisico: la località è chiamata Taro de Tahíche (“Taro” è il nome dell’antica capanna dei pastori) e la casa è letteralmente scavata dentro e intorno a 5 bolle vulcaniche (i jameos) che si formarono dai gas eruttivi durante le grandi eruzioni del 1730-36. L’artista trasformò queste bolle naturali della terra, collegate da cunicoli, in accoglienti salotti ipogei ricoperti di calce bianca e arredati con colori sgargianti e materiali di recupero; i piani superiori della casa, invece, ospitano diversi bozzetti e opere (anche di altri artisti, come Picasso e Mirò) e sono costruiti secondo le tradizionali forme dell’isola, ma con diversi elementi moderni come le ampie finestre che danno direttamente sulla lava (e a volte la lava entra direttamente in casa da queste finestre!).
È pazzesco visitare le stanze, una dopo l’altra, e rendersi conto di quanto l’abitazione si fonda con la lava, diventi una cosa sola con la natura che la circonda; e poi la casa è mantenuta in uno stato impeccabile, tutto è bianco e puro, il silenzio del paesaggio vulcanico ti avvolge come un abbraccio e le palme e i cacti del giardino sono sistemati alla perfezione.

Dal 1992, la casa è diventata la sede della Fondazione César Manrique, nata grazie a Manrique stesso nel 1983 e attiva dal 1990 con l’obiettivo di conservare e promuovere la diffusione dell’opera di Manrique, ma anche di un’attività culturale e artistica a favore del rispetto dell’ambiente.
La Casa-Museo di César Manrique a Lanzarote
A partire dal 1986, Manrique si dedicò alla ristrutturazione dell’antica masseria in rovina posizionata subito fuori dal centro di Haría, nel nord dell’isola, e visse qui dal 1988 fino alla sua morte, quattro anni dopo, circondato dalla natura e dalla tranquillità che cercava. Immersa in un affascinante palmeto e aperta al pubblico dal 2013, la casa è come sospesa nel tempo: tutti gli oggetti di uso quotidiano, gli arredi, i pezzi di artigianato e gli accessori di Manrique sono immobili nei luoghi dove si trovavano un tempo, donandoci un’istantanea di come dovesse svolgersi la vita di un’artista di fama mondiale. Il casale è di quelli tipici della tradizione spagnola, con balconi in legno e un delizioso patio centrale; si possono visitare la stanza da letto, il bagno (stupendo!), il grande salone dai toni caldi e accoglienti con il camino in pietra e tanti oggetti curiosi (alcuni anche un po’ bizzarri!), la cucina e la sala da pranzo, e poi gli spazi esterni, con il salotto che si sviluppa intorno alla piccola piscina.


All’ingresso troverai anche l’edizione speciale della Seat Ibiza che Manrique disegnò per la casa automobilistica spagnola nel 1987: ne potrai richiedere una copia a noleggio all’agenzia di autonoleggio locale Cabrera Medina.
Una delle attrazioni più emozionanti della Casa-Museo è sicuramente il grande laboratorio artistico dislocato rispetto alla casa, nel palmeto: si vedono i pennelli, le tele, i modellini, i colori, ed è come se, per un attimo, si finisca immersi in una delle opere d’arte di Manrique.

La Casa-Museo è uno dei posti che più ho preferito in tutta Lanzarote, perché mi ha permesso di addentrarmi in un’atmosfera più intima e familiare della vita di Manrique, di scoprirne il suo lato più umano.
Dove ritrovare Manrique a Lanzarote (e non solo)
Secondo me, le visite alla Casa-Museo e alla Fondazione César Manrique a Lanzarote sono imprescindibili se si desidera capire qualcosa in più del rapporto particolare che ha sempre legato l’artista alla sua isola. Ma su quest’isola è possibile visitare un gran numero di attrazioni progettate e/o create da Manrique, da solo o insieme ai suoi collaboratori. Ecco qui una lista di tutti i luoghi, con la relativa data di realizzazione, in cui potrai riconoscere e ammirare il tocco di Manrique a Lanzarote:
–Jameos del Agua (1966/1968)
–Casa-Museo del Campesino (1968-1972)
–Restaurante El Diablo a Timanfaya (1970)
–Mirador del Río (1973)
–Centro Cultural El Almacén ad Arrecife (1974)
–Ermita de Máguez (1974)
–Castillo de San José-MIAC ad Arrecife (1976)
–Auditorio all’interno dei Jameos del Agua (1977)
–Jardín de Cactus (1990)
Manrique è stato attivo come artista e architetto anche in altre zone delle Canarie e della Spagna, e le sue opere più rappresentative, in un arco di tempo che va dal 1971 al 1995, si trovano anche a Tenerife (Costa Martiánez e Playa Jardín de Punta Brava), La Gomera (Mirador del Palmarejo), El Hierro (Mirador de la Peña), Madrid (La Vaguada) e Ceuta (Parque Marítimo del Mediterráneo).
INFO UTILI
–Fundación César Manrique: la casa si trova in Calle Jorge Luis Borges 16, a Tahíche. È aperta tutti i giorni (tranne il 1 gennaio) dalle 10.00 alle 18.00 (la biglietteria chiude alle 17.30).
–Casa-Museo César Manrique: la casa si trova in Calle Elvira Sánchez 30, ad Haría. È aperta tutti i giorni (tranne il 1 gennaio) dalle 10.30 alle 18.00 (la biglietteria chiude alle 17.30).
–Ingressi: la Fondazione ha un costo di 8/1€ intero/ridotto (bambini fino a 12 anni), mentre la Casa-Museo ha un costo di 10/1€ intero/ridotto (bambini fino a 12 anni). È possibile acquistare un biglietto cumulativo per visitare entrambe le attrazioni, a un costo di 15€.
–Maggiori informazioni: trovi altre info sulla Casa-Museo e la Fundación all’interno del sito ufficiale. Ricorda che non è possibile scattare foto né girare video agli interni della Casa-Museo. Per poterlo fare negli esterni di quest’ultima e in tutti gli spazi della Fundación, è necessario fare richiesta compilando il modulo apposito sul sito.
–Altre attrazioni: di praticamente tutte le attrazioni di Lanzarote che ho citato troverai posizione, descrizione, fotografie e info utili nei miei post sull’itinerario di Lanzarote (trovi i link in cima a questo post).
[Tweet “Andiamo a scoprire il legame tra Manrique e Lanzarote, visitando la Casa-Museo e la Fondazione!”]
Hai mai visitato i luoghi di Manrique a Lanzarote? Ti piacerebbe visitarli, e quale ti ispira di più? Conosci altre storie e rapporti uomo/isola come questo in altre zone del mondo? Raccontamelo con un commento! 🙂
In collaborazione con
Fundación César Manrique.

Maria Vittoria Vitale
Gennaio 22, 2021Ho visitato Lanzarote e tutti I luoghi che portano l’impronta dell’artista Manrique, posti stupendi ,in cui natura e intelligenza dell’uomo creano qualcosa che ti tocca e ti emoziona profondamente.Rivedere le immagini di Lanzarote significa rimarcare in me la convinzione di aver visto un panorama unico….
Agnese - I'll B right back
Gennaio 25, 2021Ciao Maria Vittoria, sono contenta che leggere il mio post abbia rievocato in te le immagini di quei posti magnifici! Come dici tu, è proprio l’unione tra natura e intelligenza umana ad aver reso i lavori di Manrique dei veri capolavori. 🙂