Continua la mia visita di Lanzarote: scopriamo insieme tutte le cose belle da vedere nella parte sud dell’isola!
La zona sud di Lanzarote è forse quella che presenta una maggiore varietà di panorami: si passa dai paesini bianchi alle coste bagnate a un oceano turchese, dai vulcani di rocce nere al verde intenso delle vigne della zona vitivinicola. Insomma, a rendere quest’isola unica sono sempre loro, i suoi meravigliosi colori!
Ti porto con me nella mia visita a Lanzarote; questa volta, alla scoperta della zona sud dell’isola!
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Il mio itinerario di Lanzarote: il sud
Come ti dicevo nei post precedenti relativi all’itinerario, Lanzarote è fattibile in una settimana, per cui puoi concedere alla visita della zona sud due giorni; tre sarebbero sicuramente meglio! Ci sono delle zone davvero particolare in questa parte dell’isola, che meritano davvero più che solo un paio d’ore di attenzione.
Per questa parte della mia visita di Lanzarote ho dormito a Tías, in un monolocale comodissimo di fianco alla casa dei simpatici proprietari. Tías l’ho inserito nell’itinerario della parte centrale, ma è la location ideale per scoprire il sud! Questo mio itinerario parte dalla turisticissima località di Puerto del Carmen e termina all’altettanto turistica Playa Blanca, da dove, se questi sono i piani, puoi prendere il traghetto per visitare Fuerteventura (proprio come abbiamo fatto noi).
Allacciamo le cinture che si parte! 🙂
Puerto Calero
Muovendosi lungo la costa verso sud da Puerto del Carmen, Puerto Calero è il primo insediamento che troverai: un posto molto diverso rispetto all’atmosfera tipica di tutto il resto dell’isola. Questa località turistica, infatti, si sviluppa intorno a una silenziosa e curatissima marina, creata per volere dello sviluppatore José Calero una trenina di anni fa. Alla marina si può passeggiare pigramente, ammirando gli yatch più lussuosi, mangiando del pesce fresco negli eleganti ristoranti, gustando un cocktail esotico in una terrazza panoramica o facendo shopping nei negozi, pochi ma di alta qualità. O ancora, partendo per un’escursione di pesca, vela o immersioni.
Un luogo tranquillo e raffinato, quasi un’oasi: talmente diverso dal resto di Lanzarote da sembrare finto, ma comunque piacevole per una breve passeggiata lungomare!
Playa Quemada
Ecco, pochi chilometri bastano a essere catapultati in un angolo di mondo del tutto diverso da quello precedente! Playa Quemada è uno di quei villaggi marittimi di Lanzarote che sembra essersi fermato a 30 o 40 anni fa: è qui che si deve venire se si vuole capire come fosse Lanzarote prima del boom turistico. C’è un silenzio di quelli belli, di quelli che il rumore del mare è padrone assoluto; i signori anziani chiacchierano seduti sulle sedie di plastica fuori dalle porte di casa, due bambini giocano tra i sassolini della spiaggia nera, le minuscole barchette da pesca ondeggiando lievi sulla riva. Ci sono alcune macchine qua e là e un paio di ristorantini a – letteralmente – 2 metri dal mare ma, per il resto, sembra davvero che il tempo si sia fermato!
Da queste parti è possibile fare lunghe passeggiate costiere verso nord o verso sud, oppure, semplicemente, rilassarsi sulla spiaggia di sassi del paese: non comoda e “da cartolina” come tante altre sull’isola, ma di sicuro dalla forte personalità! Tanto da essere particolarmente amata dai locali, che la preferiscono ad altre spiagge più belle ma più caotiche.
Uga e La Geria
È tempo di riprendere la nostra visita di Lanzarote tornando verso l’interno. Riprendi la LZ-2 e, ben presto, ti ritroverai nel piccolo paesino di Uga, un agglomerato di case bianchissime in forte contrasto con il nero, il marrone e il grigio del panorama vulcanico circostante. Dai un’occhiata alla chiesetta e alla piazza principale del paese, prima di immergerti in quella che è tra le mie zone preferite di tutta Lanzarote, quella che ti farà emozionare anche se non sei un amante del vino: La Geria.
La LZ-30 parte da Uga, passa da Masdache e prosegue fino a Mozaga, il villaggio che ospita il Monumento al Campesino. Questi 16km circa sono chiamati La strada del vino, poiché tagliano di netto la Geria, l’area vitivinicola di Lanzarote. Ti ho parlato più diffusamente di questa zona in un post dedicato (trovi il link all’inizio di questo post), per cui non mi ripeterò qui; sappi solo che, secondo me, si tratta di un percorso a cui dedicare almeno una mezza giornata: per conoscere le tipiche bodegas isolane, assaggiare dei vini particolari che non troverai in nessun altro luogo al mondo, fotografare una regione vitivinicola unica nel suo genere, visitare il Museo del Vino, soffermarti a pensare quanto la natura sia capace di togliere e di dare, senza alcun compromesso.
Museo Agrícola El Patio
Da Mozaga, prendi la LZ-20 verso nord e arriverai presto a Tiagua, un altro villaggio agricolo di case bianche dove io ti consiglio di sostare per visitare un museo etnografico che un museo vero non è; è più che altro un’esperienza, un’immersione nella vita contadina di un tempo. La nostra visita di Lanzarote, infatti, prosegue all’interno del Museo Agrícola El Patio, un ambiente creato all’interno e all’esterno di una tipica fattoria, la finca, dove scoprire molto in merito alle tradizioni locali e alla vita rurale dell’isola nel secolo scorso.
Potrai visitare l’interno della villa con le sue stanze tipiche, il mulino nel cortile, l’aia e le vigne in lontananza, la cappella e le stanze per gli attrezzi contadini, il giardino di piante succulente e tutti gli ambienti della finca che, ai tempi, era un vero e proprio villaggio dove risiedevano tutti i contadini e i lavoratori della proprietà. Alla fine della visita, ti sarà anche offerta una piccola degustazione di vino, formaggio di capra e marmellatine prodotti in loco. E, se sei come me… sappi che questo posto dà anche parecchie soddisfazioni in tema di fotografie di scorci carini e instagrammabili 🙂
Tinajo e Mancha Blanca
Tinajo è forse uno dei villaggi più grandi dell’isola (perlomeno il numero di abitanti arriva nell’ordine delle migliaia e non delle centinaia!), ma io non mi sono soffermata più di tanto: mi è bastato trascorrere alcuni minuti a passeggiare tra le vie del piccolo centro agricolo, con la chiesa e la piazzetta principale ombreggiata dagli alberi.
A pochi chilometri da qui, nell’insediamento di Mancha Blanca, si trova la Ermita y Santuario de Nuestra Señora de los Dolores, la patrona dell’isola di Lanzarote.
La leggenda racconta che, nel 1736, le violente eruzioni del Timanfaya minacciavano seriamente la sopravvivenza del piccolo centro abitato da pastori e contadini. Questi si affidarono alla Madonna, portandola in processione e, all’improvviso, la colata lavica si interruppe, salvando il paese e i suoi abitanti. In quel punto preciso venne innalzata una croce e, anni dopo, questa piccola cappella a una navata, dalle pareti bianche come il latte e gli angoli di pietra lavica. Oggi tutta l’isola è devota alla Nuestra Señora de los Dolores, conosciuta anche come Nuestra Señora de los Volcanes e portata in una solenne processione fino ai piedi del vulcano di Guiguán, ogni anno il 15 settembre.
Volcán el Cuervo
Siamo ormai alle porte del parco del Timanfaya, dove assisterai a un vero e proprio spettacolo della natura. Prima di immergerti nel parco, il mio consiglio è quello di… camminare un po’! fare trekking in queste zone è un’esperienza quasi catartica; se non hai molta voglia o non sei molto allenato, ho io quello che fa per te! Scendi per circa 5km verso sud, lungo la LZ-56, e troverai un parcheggio sterrato dove lasciare l’auto per dirigerti verso uno dei paesaggi più incredibili di Lanzarote: quello del Volcán el Cuervo. La camminata è piuttosto semplice, praticamente sempre in piano e adatta a tutta la famiglia; dura meno di un’ora (forse un po’ di più se si decide di fare il giro completo del vulcano e/o di salire in cima al cratere) e ti regalerà delle viste davvero emozionanti. Il potere immenso di questa terra, che si esprime in modo quasi assordante nel silenzio immobile, davvero non te lo so spiegare.
Quella di el Cuervo fu la prima caldera a essere originata dalle eruzioni del Timanfaya nel 1730 e, oggi, se ne può ammirare i profili frastagliati e irregolari del cratere, che sembrano quasi una corona. Grazie a uno squarcio nel fianco, è possibile entrare comodamente all’interno del piccolo ma suggestivo cratere: benvenuto, davvero, in un altro mondo!
Parque Nacional de Timanfaya
È ora il momento di godersi uno degli highlight della nostra visita di Lanzarote: il Parco Nazionale di Timanfaya, uno dei parchi nazionali più visitati di tutta la Spagna.
Nel 1730, le profondità della terra ebbero un sussulto e iniziarono le terribili eruzioni che si protrassero per oltre sei anni, distruggendo gran parte della metà meridionale dell’isola: nacque così il Timanfaya. Oggi, il parco è costituito da 25 vulcani attivi, le Montañas del Fuego, distribuiti in circa 50 km2 in quello che fu dichiarato parco nazionale nel 1974. All’interno del parco ci sono diversi vulcani da vedere da vicino e da scalare, ma la parte che secondo me è da vedere si trova al centro del parco, sulla LZ-67 a metà strada tra Mancha Blanca e Yaiza.
È l’Islote de Hilario, il cuore del parco. Questo luogo è famoso perché qui è possibile fare esperienza della vita geotermica sotto terra: a soli dieci metri sotto ai nostri piedi, la terra bolle a circa 300° di temperatura! Alcuni operatori del parco ti mostreranno questa attività tramite lo scoppio di geyser artificiali sulla terra di un vivido color arancione; mentre il ristorante El Diablo, bellissima creazione di César Manrique in comunione con la natura brulla circostante, serve piatti a base di carne e verdure cotte su una grande griglia, con il calore che proviene direttamente da sotto terra. Particolare come cosa, non credi?
Sempre da qui partono anche gli autobus che percorrono la Ruta de los Vulcanos: circa 14km di strada, percorribile solo tramite gli appositi autobus, che si insinua tra le formazioni rocciose di origine vulcanica e le strane forme della lava solidificata. Non sono tipi di tour che mi fanno impazzire ma, una volta che sarai dentro l’autobus, non ci penserai neanche: il paesaggio intorno a te ti ruberà l’anima per 30 minuti almeno, offrendoti scorci che assomigliano più a un paesaggio lunare che a uno terrestre. Io, manco a dirlo, mi sono un pochino emozionata di fronte a questa natura selvaggia, irrimediabilmente morta e sorprendentemente viva allo stesso tempo!
Sulla strada che viene da Mancha Blanca, troverai il Centro de Interpretación de Timanfaya: un ufficio turistico con museo annesso, in cui scoprire un sacco di informazioni e curiosità sulle attività vulcaniche in generale, e di Lanzarote e delle Canarie in particolare. A cadenza regolare è possibile scendere con una guida nei sotterranei del museo per assistere a una piccola simulazione di un’eruzione.
Yaiza
Scendendo verso sud lungo la LZ-67, ti ritroverai presto a Yaiza, un carinissimo paese – manco a dirlo – costituito da candide casette di calce illuminata dal sole. Sarà per la pulizia e l’ordine, per i cespugli pieni di fiori e le palme che si agitano lievi al vento, per i balconi di legno o per l’ineguagliabile paesaggio vulcanico circostante… ma Yaiza è stata votata non una, ma ben due volte il villaggio più grazioso della Spagna! Non che qui ci sia molto da fare, ma è comunque una destinazione piacevole per una passeggiata tra le vie tranquille, le deliziose casette, la settecentesca Iglesia de Nuestra Señora de los Remedios e la Casa de la Cultura Benito Pérez Armas.
El Golfo e El Lago Verde
Prendi la LZ-2 verso ovest e poi la LZ-704: arriverai al sonnacchioso villaggio di pescatori di El Golfo: casette bianche, infissi blu mare, ristorantini di pesce, barchette sulla spiaggia nera. Dal villaggio puoi prendere un sentiero che si inerpica verso nord per chilometri e chilometri, con l’oceano da un lato e le rocce vulcaniche dall’altro. Ma tutti vengono da queste parti per un motivo solo: El Lago Verde. Uno stupendo lago dall’intenso colore verde, creatosi in seguito all’eruzione di un vulcano: alla fine dell’eruzione, la lava si raffreddò e, attraverso cunicoli sotterranei, l’acqua di mare iniziò ad affiorare; il colore verde è dovuto alla presenza di particolari organismi vegetali che vivono in superficie. Tutt’intorno, la nerissima spiaggia del villaggio e il Charco de los Clicos, una serie di pareti rocciose scavate dal vento e dalle eruzioni, tanto quasi da sembrare vive!
Los Hervideros e Salinas de Janubio
Proseguiamo la nostra visita di Lanzarote lungo la LZ-703, la strada panoramica che corre lungo la costa occidentale dell’isola regalando viste meravigliose sulle spiagge e sulle rocce vulcaniche. Su questa strada, due sono i punti che mi sento di consigliarti per una breve sosta.
Los Hervideros è il luogo in cui le due forze creatrici e distruttrici di Lanzarote, il vulcano e l’oceano, si incontrano e si scontrano con una forza dirompente. Si tratta di una serie di scogliere, cunicoli e grotte naturali costruite dal lavoro instancabile del mare e della lava, solidificatasi dopo le grandi eruzioni del 1700. Quello che ne esce fuori è un vero spettacolo tricolore: nero per le formazioni rocciose, azzurro per l’oceano in continuo movimento, bianco per la spuma e i vapori generati dalle impetuose correnti oceaniche, così tanto che sembra quasi che l’acqua sia in ebollizione (da qui il nome: hervir = bollire).
Ancora qualche chilometro verso sud ti permetterà si raggiungere le Salinas de Janubio, un enorme complesso di saline che si estendono in una laguna a metà strada tra una spiaggia e il promontorio costiero. Potrai ammirarle dall’alto oppure scendere fin quasi a toccarle, e lì si trova anche un piccolo negozio/magazzino dove acquistare il sale proveniente da 10 metri di distanza! Fermati qualche minuto a osservare e fotografare questo paesaggio artificiale e naturale allo stesso tempo, dove il bianco del sale è accentuato dal chiarore del sole; le saline hanno perso la loro capacità produttiva di un tempo nel corso degli anni ma, grazie alle sovvenzioni dell’Unione Europea, sono ancora oggi attive.
Balcón de Fémes
Prima di scendere ancora, fai un salto al piccolo villaggio di Fémes, considerato uno dei più graziosi e caratteristici di Lanzarote. Se non hai molto tempo per fare una passeggiata per le vie del paese, goditi almeno la strada tutta curve e la vista dal Balcón de Fémes, una splendida terrazza panoramica a 360 metri di altezza: da qui, lo sguardo spazia fino alla costa meridionale di Lanzarote e, nelle giornatepiù limpide, riuscirai a vedere persino Fuerteventura!
Punta del Papagayo
Una volta raggiunta Playa Blanca (lungo la LZ-2 o la Avenida A Fémes), la visita di Lanzarote continua verso uno dei luoghi più autentici e mozzafiato di tutta l’isola: Punta del Papagayo. La strada, abbastanza ben segnalata, ti porterà all’interno del Monumento Natural de los Ajaches; sarai ormai già da qualche minuto su una strada sterrata, che continuerà per qualche chilometro fino alla costa. E che costa!! La zona di Punta del Papagayo è ventosissima e selvaggia, costellata da tante spiaggette che la rendono perfetta per una giornata di mare in un luogo paradisiaco.
La più famosa di queste spiagge è Playa del Papagayo, a forma di conchiglia, con la sabbia bianca e dorata e un mare cristallino. Nei dintorni troverai anche l’ampia Playa de Mujeres e poi Playa del Pozo, Playa del Congrio, Playa de la Cera, Playa de Puerto Muelas e Playa de Afe, separate ognuna da maestose scogliere di roccia lavica.
Playa Blanca
Siamo giunti alla parte finale della nostra visita di Lanzarote, la punta sud-occidentale dell’isola; qui si trova Playa Blanca, uno dei centri più turistici e luogo dove si trova il principale porto turistico dell’isola. Nonostante i moltissimi resort e negozi di souvenir e localini turistici, ho apprezzato questo paese molto di più di Puerto del Rosario, forse perché mi è apparso un pochino più autentico e vissuto: la spiaggia è piccola ma davvero stupenda, adatta anche ai bambini, con la sabbia dorata e il mare di un turchese che fa quasi male agli occhi, e il lungomare è stracolmo di negozietti e gente che si gode il sole e il vento in un’atmosfera tranquilla e pacifica.
Da queste parti, ti consiglio di fare una passeggiata sul lungomare infinito, guardare le vetrine della zona di Marina Rubicón o spostarti fino alle coste selvagge di Punta Pechiguera, dove si trova l’omonimo faro.
INFO UTILI
–Museo Agrícola El Patio: aperto dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 17.30; il sabato dalle 10.00 alle 14.30. Il biglietto ha un costo di 5€ a persona e comprende la degustazione finale.
–Parque Nacional de Timanfaya: aperto tutti i giorni dalle 09.00 alle 17.45 (fino alle 18.45 dal 15 luglio al 15 agosto). Il biglietto ha un costo di €10,00 per gli adulti e €5,00 per bambini da 7 a 12 anni (gratis per i minori di 7 anni), con uno sconto del 20% su entrambi i biglietti per chi visita dalle 15.00 in poi. Consulta il mio post sulle informazioni utili su Lanzarote per scoprire come risparmiare sul biglietto. Il centro dispone di un ristorante, uno snack bar, un negozio di souvenir, parcheggio e il Wi-Fi gratuiti. Il tour in bus è incluso nel prezzo del biglietto. A me non piace molto l’idea ma, se lo desideri, è possibile anche effettuare una visita del parco di 10-15 minuti a bordo di cammelli per 10€ a cammello (due persone).
–Punta del Papagayo: per accedere alle spiagge è necessario pagare un pedaggio di 3€ ad auto (troverai il casello lungo la strada sterrata). Sulle spiagge non sono presenti lettini e ombrelloni, ma troverai un punto ristoro e ristorante proprio sopra a Playa Papagayo. Sono disponibili anche aree per il campeggio.
[Tweet “Pronti per la visita di Lanzarote: scopriamo il sud dell’isola!”]
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