Stai pianificando una bella vacanza estiva in Sardegna? Nella zona nord-ovest, a due passi da Alghero, non puoi perderti le Grotte di Nettuno!

La Sardegna è un microcosmo di scenari naturalistici variegati e pazzeschi: non solo spiagge, ma anche vallate, montagne, fiumi e percorsi nei boschi. È inevitabile, però, che il panorama più bello da vivere e godersi in Sardegna sia sempre quello dove si vede il mare! Alle Grotte di Nettuno il mare non manca, ma è un mare diverso da quello conosciuto ai più: è un mare di un blu intenso, dall’orizzonte infinito, che si perde nel vuoto e che si infila negli anfratti di grotte antiche scavate nella roccia.
In questo post vorrei parlarti delle Grotte di Nettuno, delle loro caratteristiche e, soprattutto, del perché dovresti includere questo gioiello della natura nell’itinerario del tuo prossimo viaggio in Sardegna del nord!
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Grotte di Nettuno: dove siamo e la breve storia della loro scoperta
Nei dintorni della (secondo me deliziosa!) città di Alghero, nella parte nord-ovest della Sardegna, si estende l’Area Naturale Marina Protetta Capo Caccia-Isola Piana, istituita nel 2002 con l’obiettivo di proteggere e valorizzare questo incantevole tratto di costa che si getta sul Mar Mediterraneo. La punta più estrema dell’area protetta è Capo Caccia, ed è proprio qui, a circa 24km da Alghero e a 170 metri a picco sul mare, che troverai l’ingresso di quelle che sono sicuramente tra le più suggestive grotte di tutta Italia: le Grotte di Nettuno.

È abbastanza certo che le grotte si siano formate già 2 milioni di anni fa, e che gli uomini primitivi del Neolitico le usassero già per le proprie esigenze. Come tutte le cose più belle, anche le Grotte di Nettuno furono poi scoperte assolutamente per caso: fu un pescatore locale a imbattersi in queste enormi sale sotterranee nel XVIII secolo. Ben presto, alle grotte (spesso ci si riferisce a loro anche al singolare, Grotta di Nettuno) fu attribuito il nome dal potente dio romano del mare – e di chi, sennò? – e, sin dalla loro scoperta, sono sempre state un’attrazione turistica irresistibile per chiunque venga in vacanza da queste parti (anche se l’accesso alle grotte è una cosa molto simile a una tortura… ma te ne parlo più avanti!).
Visita alle Grotte di Nettuno: le stanze
Le grotte hanno una lunghezza totale stimata in circa 4km: niente male, vero? Anche se solo poche centinaia di metri sono aperte al pubblico per questioni di sicurezza, ti assicuro che ti basteranno anche solo pochi passi per renderti conto del luogo magico in cui sei entrato!
Le Grotte di Nettuno si dividono in varie “stanze” contigue; tutte presentano una grandissima varietà di formazioni rocciose, dalle stalattiti e le stalagmiti fino alle colonne alte fino a 18 metri, e quelle strane formazioni che io chiamo “fetta di bacon” (vabbè, lasciami stare e vai a vedere coi tuoi occhi, che è meglio!). C’è persino un lago!

Le aree hanno i nomi più disparati: c’è la Sala delle Rovine, così chiamata per gli scempi alle formazioni rocciose causate dai visitatori poco attenti nell’Ottocento, le maestose colonne della Sala della Reggia, e poi la Sala dell’Organo, al cui centro si trova una colonna, alta addirittura 49 metri, con delle colate che assomigliano davvero alle canne di un organo; questa sala viene anche chiamata Sala Smith, dal nome del capitano inglese che fu uno dei primi esploratori delle grotte nel XIX secolo.
C’è poi la Spiaggia dei Ciottolini, così chiamata perché un tempo, qui, si trovavano migliaia di sassolini; oppure la Tribuna della Musica, che è quasi una balconata naturale da cui si ha una vista pazzesca sul resto della grotta. La mia preferita è la Sala delle Trine e dei Merletti, il cui nome è dovuto alle migliaia di stalattiti che pendono dal soffitto: sono così fini, sottili e delicate che sembrano formare davvero un gigantesco merletto ricco di curatissimi dettagli!
Infine, la sala principale delle Grotte di Nettuno è quella in cui si trova il Lago Lamarmora, uno dei laghi salati sotterranei più grandi d’Europa: è lungo circa 100 metri e profondo fino a 9. Il nome del lago vuole essere un omaggio al geografo italiano Alberto La Marmora, che fu tra i primi a esplorare queste grotte. Oltre all’enorme formazione chiamata Albero di Natale, al centro del lago si trova una formazione rocciosa a colonna davvero imponente! Si chiama Acquasantiera perché, in cima, è composta da alcune “vaschette” naturali dove si raccoglie l’acqua piovana, preziosa fonte di abbeveramento per gli uccelli che nidificano in queste zone di Capo Caccia.

Alcune piccole curiosità sulle Grotte di Nettuno
Oltre alla Escala del Cabirol – è la mia parte preferita di tutta la faccenda, te ne parlo tra pochissimo! –, la parte bella e curiosa delle Grotte di Nettuno è, semplicemente, la visita: si ha come la sensazione di entrare nelle viscere della terra, in un luogo incantato e misterioso allo stesso tempo. Credo sia impossibile non restare affascinati da queste incredibili formazioni rocciose che si muovono, millimetro dopo millimetro, in tutte le direzioni. A proposito, sai come fare a ricordare immediatamente quale sia la stalattite e quale la stalagmite? Se anche tu, come mei, a volte fai un po’ di confusione, segui questo trucchetto e ricordati i nomi in inglese: stalactite ha la C nella parola ed è quella che pende dal soffitto (ceiling), mentre stalagmite ha la G ed è quella che si eleva dal terreno (ground). Facile, no?
In quanto a curiosità sulle Grotte di Nettuno, forse ti interesserà sapere che, un tempo, le grotte furono abitate dall’ormai estinta foca monaca mediterranea; che bello sarebbe se ci fossero ancora? Oppure, ti incuriosirà sapere che, oltre alle Grotte di Nettuno, il promontorio di Capo Caccia è come un “groviera” di grotte sotterranee, che compongono un sistema carsico sommerso davvero vasto. Fuori dall’acqua, ci sono altre grotte visitabili; la più particolare è la Grotta Verde (da visitare solo con un permesso speciale), in cui sono stati ritrovati graffiti, sepolture e vasellame risalenti all’Era Neolitica.

Tornando alle Grotte di Nettuno… sai che sono state anche il set di un film? Per circa 2 mesi nel 1978, si sono trasformate in una vera e propria location cinematografica, con tanto di ricostruzione di una piccola nave, per le riprese del film L’isola degli uomini pesce del regista Sergio Martino.
Come accedere alle Grotte di Nettuno? La Escala del Cabirol
Finalmente ti parlo di quella che, secondo me, è la caratteristica che rende le Grotte di Nettuno davvero uniche e degne di essere visitate almeno una volta.
Devi sapere che, poiché le grotte si trovano in una posizione molto difficile da raggiungere, praticamente in mare aperto, fino a pochi decenni fa il mare era l’unica via di accesso. Ciò, ovviamente, rendeva possibile visitare le grotte solo nelle giornate di mare calmo; dal giorno della scoperta, moltissimi visitatori e anche personalità di diverso tipo hanno provato a visitare le incredibili grotte, dovendo poi tornare a casa con la coda tra le gambe perché il mare non si decideva a calmarsi.
Dopo diverse idee e tentativi di trovare un accesso alternativo, finalmente nel 1959 fu costruita la Escala del Cabirol. Il nome catalano si traduce in italiano con “scala del capriolo”: credo che questo nome sia dovuto alla “morfologia” della scala, che si arrampica letteralmente sulle pareti rocciose del massiccio di Capo Caccia. Ecco, la Escala del Cabirol è questo: una lunghissima, infinita scalinata costruita alla fine degli Anni ’50 scavando la roccia per raggiungere, finalmente, le grotte via terra.

La scala è composta da ben 654 gradini ed è molto piacevole in discesa per raggiungere le grotte… un pochino meno piacevole in salita, quando sembra non finire mai e il sole sardo non ti lascia tregua. Ciononostante, credo che questo semplice sistema logistico di accesso alle Grotte di Nettuno sia in realtà una vera e propria attrazione a se stante: dalla scalinata gli scorci sul promontorio e sul mare aperto sono qualcosa di unico, un modo meraviglioso di mettersi in pace con il mondo (anche col fiatone!).
A questo punto devo dirti due cose. La prima è che sì, gli scalini sono davvero 654, li ho contati personalmente. So che ti sembrerò pazza, ma credimi: quando ti aspetta una salita così spezzagambe, contare gli scalini diventa improvvisamente un ottimo modo per distrarre la mente dalla fatica!

E la seconda… è che non ti devi preoccupare: se la Escala del Cabirol ti fa venire il capogiro anche solo a pensarci, le Grotte di Nettuno sono tutt’oggi raggiungibili anche via mare. 🙂
INFO UTILI
–Come arrivare: da Alghero, si prende la SS127bis in direzione Fertilia, si prosegue all’interno del parco naturale e poi, prima di raggiungere Porto Conte, si svolta a sinistra sulla SP55, fino alla fine della strada. Il parcheggio è veramente difficoltoso: ci sono pochi posteggi e ci si ritrova ben presto a parcheggiare sulla strada in posizioni un po’ scomode. Ti consiglio, per questo motivo, di parcheggiare prima e di fare l’ultimo pezzo a piedi (si cammina sulla strada, ma il panorama è stupendo), oppure di evitare i giorni e gli orari di punta.
–Come raggiungere le grotte: le grotte sono raggiungibili via terra lungo la Escala del Cabirol, oppure via mare grazie al servizio della Linea Grotte, in partenza dal porto turistico di Alghero (banchina Garibaldi, circa 20 minuti di navigazione) o dal molo di Cala Dragunara a Porto Conte. La Linea Grotte Navisarda ha un costo di 16/8€ adulti/bambini, mentre la Linea Grotte Attilio Regolo di 15/7€ adulti/bambini. Fai attenzione: nei biglietti del traghetto non è compreso l’ingresso alle grotte, che dovrà essere pagato a parte.
–Apertura: dal 1 aprile al 17 settembre, le grotte sono aperte ogni giorno dalle 09.00 alle 19.00. Dal 18 settembre a fine ottobre, dalle 09.00 alle 18.00; da novembre a marzo, dalle 10.00 alle 15.00.
–Ingresso: il biglietto ha un costo di 13€ per gli adulti e di 7€ per bambini dai 3 ai 12 anni. I membri dei gruppi di minimo 25 persone pagano 9€ a testa.
–Altre cose da sapere: le Grotte di Nettuno possono essere visitate solo tramite visita guidata, la quale avviene allo scoccare di ogni ora secondo gli orari di apertura indicati sopra. La visita è un po’ limitante perché i gruppi sono solitamente piuttosto numerosi, ma di sicuro è molto interessante scoprire curiosità, caratteristiche e aneddoti da una guida esperta. In teoria non è possibile scattare foto, ma la guida è stata molto lasciva e ci ha permesso di scattarle, sempre però senza flash. Il divieto assoluto che invece deve essere rispettato in tutti i modi è sempre uno, quello che vale in qualsiasi grotta del mondo: non toccare. Non toccare, perché la sporcizia e le secrezioni della nostra pelle possono avere un effetto catastrofico sulle formazioni rocciose, che si sporcano e che smettono di crescere. Anche se (o proprio perché!) sei affascinato dalla loro bellezza, resisti alla tentazione di toccarle: se lo fai tu e lo fanno altre migliaia di persone “in modo innocente”, la bellezza delle grotte cesserà un giorno di esistere.
–Per maggiori informazioni: visita il sito dell’Area protetta di Capo Caccia, oppure quello di Alghero Turismo.

Hai mai visitato le Grotte di Nettuno nella Sardegna del Nord? Ti sono piaciute? Quali altre grotte nel mondo non potrai mai dimenticare? Raccontamelo con un commento! 🙂

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