La Bellezza di Galleria Borghese e una mostra meravigliosa dedicata al Bernini: hai ancora un mese di tempo per vederla!!
Durante il mio ultimo viaggio a Roma ho avuto l’opportunità di visitare la Mostra del Bernini all’interno degli splendidi ambienti di Galleria Borghese. Rimanendo in città per 8 giorni ho dovuto naturalmente fare una scelta in fatto di musei, attrazioni e gallerie d’arte e, insieme al Colosseo, Galleria Borghese era la prima nella mia lista: non me la sarei persa per niente al mondo, sognavo di entrarci da tanto! Quando ho scoperto che in questo periodo ospita un artista del calibro del Bernini, poi, non ho davvero avuto più dubbi.
In questo post ti racconto qualcosina della storia della villa, ma soprattutto ti racconto i suoi interni e le emozioni che ho provato di fronte a sculture talmente espressive da sembrare vive!
Una passeggiata a Villa Borghese
Era una domenica mattina: un sole meraviglioso e accecante, l’aria un po’ frizzante, tante voci e tante risate sui sentieri. Un ragazzo suona la chitarra al Pincio, mi sembra che tutti siano felici. È così che ho scoperto Villa Borghese, uno dei parchi più grandi e amati di Roma.
Il parco apparteneva già dal 1580 ai Borghese, una ricca famiglia proveniente da Siena, e nel corso dei secoli i possedimenti furono ampliati e migliorati dai veri membri del clan.
Il parco è accessibile da 9 ingressi, dislocati lungo il suo perimetro, ed è un luogo particolare perché ospita un sacco di attrazioni ed edifici affascinanti. Prima tra tutti è il Casino Nobile, che oggi ospita la Galleria Borghese; ma c’è anche la deliziosa Aranciera, sede di un museo di arte contemporanea, il Museo Carlo Bilotti. Altri edifici sono il Casino del Graziano, il Casale Cenci-Giustiniani, la Casina del Lago che oggi ospita una bella caffetteria, la Casina dell’Orologio, la Fortezzuola (oggi casa-museo dello scultore Pietro Canonica), Villa Lubin, l’Uccelliera, il Galoppatoio, la Meridiana, il Globe Theatre, la Casa del Cinema…vabbè, ci siamo capiti, no? Naturalmente non mancano giardini di diversa tipologia, laghetti, fontane, archi, tempietti, obelischi e altre sculture…insomma, è un parco immenso tutto da scoprire passo dopo passo.
Purtroppo non ho avuto molto tempo di godermi tutte queste bellezze, però mi sono concessa una bella passeggiata sul Pincio, uno dei tanti colli di Roma, dalla cui terrazza si ammira uno dei panorami più belli della città.
Il Casino Nobile, o Galleria Borghese
Alla fine di Viale del Museo Borghese, nella parte orientale del parco, si trova il Casino Nobile, conosciuto ai più come Galleria Borghese. Quando Camillo Borghese divenne Papa Paolo V nel 1605, la famiglia si impegnò a far costruire una sontuosa villa all’interno del proprio parco; i lavori iniziarono due anni dopo, sotto la direzione degli architetti Flaminio Ponzio prima e Giovanni Vasanzio poi.
Gli affreschi che possiamo ammirare oggi risalgono al 1770 circa, quando Marcantonio IV Borghese incaricò Antonio Asprucci e molti altri pittori e scultori di rinnovare gli interni. Alla fine, nel 1902 la villa con tutte le sue collezioni fu acquistata dallo Stato Italiano che, qualche anno dopo, ne fece una galleria d’arte aperta al pubblico.
Già nel 1613 il Cardinale Scipione Borghese, nipote di Paolo V, iniziò a trasferire alcune importanti opere di sua proprietà negli interni di Galleria Borghese. Fu quindi lui a dare il via a quella immensa e meravigliosa collezione che oggi possiamo ammirare in ognuna delle 20 sale affrescate che costituiscono la villa. Certo, pensare che l’appassionato collezionista Scipione arricchisse la propria collezione a suon di confische, furti ed estorsioni non è bello…ma gli siamo comunque grati, vero?
Io le sono grata di sicuro: ha dato il via a quella collezione che oggi comprende moltissime opere pittoriche e scultoree di artisti del calibro di Caravaggio, Raffaello, Tiziano, Rubens, Bernini, Canova, Perugino e molti altri!
La Mostra del Bernini a Galleria Borghese
Negli Anni ’80-90, la Galleria rimase chiusa molto tempo per restauro. Per celebrare il ventennale dalla riapertura, il 1 novembre 2017 è stata inaugurata a Galleria Borghese una mostra dedicata a Gianlorenzo Bernini (il maggiore protetto di quel Scipione Borghese di cui ti parlo sopra). Gran parte delle opere scultoree di Bernini è presente nella villa in modo permanente, come ad esempio i busti dedicati ai membri della famiglia Borghese, scolpiti tra il 1615 e il 1623, e alcuni dei suoi capolavori più famosi. Durante la mostra, però, è possibile vedere da vicino tantissime sue opere, dalle più celebri a quelle meno note ma comunque interessantissime, fino ai bozzetti e ai modelli preparatori della Fontana dei Quattro Fiumi, ad esempio. Insomma: la mostra ripercorre tutto il percorso lavorativo e creativo dell’artista.
Per me, entrare nella sala principale di Galleria Borghese è stato come entrare in un sogno. So che sembra una frase scontata e senza senso, ma chi mi conosce sa quanto mi emozioni di fronte a un soffitto affrescato, e non posso dimenticare i leggeri brividi che mi hanno scosso quando ho alzato gli occhi a Galleria Borghese per la prima volta. Lì il mio sguardo ha incrociato sculture di marmo bianchissimo, oppure striato quasi ad arte, che sembravano vive mentre si stagliavano nitide contro quel cielo di affreschi dai colori tenui eppure così luminosi. Come mi capita ogni volta che incontro la Bellezza, quella vera, ho sorriso e ho ringraziato a bassa voce: perché sono sempre tanto contenta di fronte a tutte quelle occasioni che mi ricordano cosa e quanto il modo e le capacità umane possano generare.
Le mie sculture preferite
Mi sono soffermata per parecchi minuti ad osservare lo sguardo di Santa Bibiana, una delle opere meglio riuscite ma meno conosciute di Bernini. La Santa viene scolpita nei momenti precedenti al martirio, ed è incredibile come la figura sia in sé statica, eppure esprima tutto il suo sgomento e la sua tensione psicologica attraverso l’espressione del viso e le increspature magistrali delle vesti.
Il gruppo di Enea, Ascanio e Anchise ha scritto negli occhi dei protagonisti il timore e la speranza durante la fuga da Troia. Ho ammirato e apprezzato tantissimo la differenza della pelle dei tre personaggi, appartenenti a tre generazioni diverse: morbida e liscia quella del piccolo Ascanio, soda e muscolosa quella di Enea, molle e rugosa quella del vecchio Anchise.
Con il suo David, Bernini si distacca dall’iconografia rinascimentale e tratteggia non il ragazzo calmo e pensoso che ha già vinto contro Golia, ma uno nel bel mezzo dell’azione: il corpo teso, il braccio pronto a scattare e l’espressione corrucciata che esprime tutto lo sforzo della lotta. Questa è sicuramente una delle mie sculture preferite proprio grazie al viso del David –pare che il Bernini lo scolpì pensando al suo-, con lo sguardo dritto verso l’avversario e le labbra tese. Mi fa pensare che, a volte, certe sculture sappiano parlare più di certi esseri umani.
Sono letteralmente rimasta a bocca aperta di fronte al gruppo scultoreo del Ratto di Proserpina, di fronte a come le mani di Plutone affondino nella carne morbida di Proserpina, ormai braccata, con una naturalezza che non avresti mai accostato a un materiale duro e freddo come il marmo. Se ti isoli un attimo e ti concentri sui volti, puoi ascoltare, puoi sentire: il lieve disappunto di Plutone quando Proserpina cerca di allontanarlo con la mano, il grido disperato di Proserpina che sa di non poter sfuggire al rapimento.
Apollo e Dafne è una scultura pazzesca, che non può non emozionare. Apollo corre verso la ninfa e tutto il suo corpo è nel pieno dinamismo, i muscoli contratti, la veste gonfiata dal vento, i riccioli scarmigliati. Dafne frena la sua corsa all’improvviso per sottrarsi dall’abbraccio, non si cura delle vesti che la stanno spogliando, vorrebbe fuggire ma la metamorfosi si sta già compiendo: il piede sinistro è già diventato radice, quello destro lo sta diventando, così come i capelli e le mani si stanno trasformando in ramoscelli d’alloro. Terrore misto a sollievo nell’espressione di Dafne, delusione in quella di Apollo. E raccontare un inseguimento e una metamorfosi in una scultura… mette i brividi, davvero.
Forse non ci si sofferma mai troppo ad osservare la Bellezza che certi artisti hanno saputo tirare fuori da anonimi blocchi di marmo. Adoro il Bernini perché, in queste opere, è stato capace di descrivere le scene all’apice della loro drammaticità, tanto da permetterci di esserne spettatori invisibili ma partecipi. Ho amato questa mostra, si capisce?? 🙂 Grande merito va a Galleria Borghese che, da sola, è in ogni caso una location meravigliosa, da pelle d’oca.
INFO UTILI
–Durata della mostra: la mostra è stata inaugurata a novembre e si sarebbe dovuta concludere il 4 febbraio, ma proprio ieri è stata prorogata fino al 20 febbraio 2018! Quindi hai ancora poco più di un mese per vederla.
–Orari di apertura: dal martedì alla domenica, dalle 09.00 alle 19.00 (il giovedì fino alle 21.00). la biglietteria, nel seminterrato della villa, è aperta dalle 08.30 alle 18.30.
–Turni di visita: si può accedere a Galleria Borghese in turni da due ore (360 persone per turno) così ripartiti: 09.00-11.00 / 11.00-13.00 / 13.00-15.00 / 15.00-17.00 / 17.00-19.00 / (19.00-21.00 solo il giovedì).
–Prenotazione: si possono prenotare i biglietti al telefono (come ho fatto io) chiamando il numero 0632810, oppure mandando un’email a info@tosc.it dal lunedì al venerdì dalle 09.00 alle 18.00, o il sabato dalle 09.00 alle 13.00. La prenotazione è semi obbligatoria, nel senso che è possibile presentarsi alla biglietteria senza alcuna prenotazione, però i biglietti last-minute sono limitati quindi conviene comunque prenotare. La prenotazione ha un costo aggiuntivo di 2€.
–Ingresso: 20€ intero, 13,50€ ridotto (tra i 18 e i 25 anni); ricorda che la prima domenica del mese si entra gratis, quindi se riesci a prenotare per il 4 febbraio paghi solo i 2€ di prenotazione. Quando la mostra sarà finita, i biglietti avranno un costo di 13,50 e 6,50€ (intero/ridotto).
–Più informazioni: sul sito ufficiale di Galleria Borghese.
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Sei mai stato a Galleria Borghese? Hai già visto le stupende opere del Bernini? Sei anche tu amante dell’arte e dei soffitti affrescati come me? Raccontamelo con un commento! 🙂

Rosaria Uglietti
Gennaio 15, 2018che spettacolo!
Agnese - I'll B right back
Gennaio 15, 2018Davvero un luogo e una mostra meravigliosi!! 🙂
Stefania C. (Girovagando con Stefania)
Gennaio 15, 2018Che bella mostra ma purtroppo non ho in programma di andare a Roma. Pensa che io quando sono stata alcuni anni fa non l’avevo messa tra le cose da vedere preferendo altro e poi non avendo prenotato per tempo non entrai 🙁
Agnese - I'll B right back
Gennaio 22, 2018Che peccato!! Beh però Galleria Borghese è uno spettacolo anche senza la mostra del Bernini (anche perché comunque tante sue opere rimangono lì in modo permanente). Se ti piace il genere ti consiglio di tenerla a mente quando prima o poi andrai a Roma! Io l’ho amata 🙂
SeleScinic
Gennaio 15, 2018Ok, già Galleria Borghese sembra un luogo incantevole… ma la mostra sul Bernini deve essere qualcosa di assolutamente estasiante!!!
Il Ratto di Proserpina e Apollo e Dafne, solo dalle foto, mi hanno davvero emozionata!!
Agnese - I'll B right back
Gennaio 22, 2018Vero?? Hai trovato la parola giusta: estasiante!! Poi la gente si chiede che senso abbia l’arte…il senso è questo: estasiare! Ed è bellissimo 🙂
trentazero
Gennaio 17, 2018Secondo me hai visto più cose di me. XD
Agnese - I'll B right back
Gennaio 22, 2018Ahahahah ma mica è vero!! <3
SognandoViaggi
Febbraio 10, 2018Uno dei luoghi che amo di più di Roma! <3 Pensa che ci andai come viaggio dopo la maturità ed ho pochissime foto perché all'epoca negli interni non erano consentite…Comprai una cartolina per avere almeno un ricordo "visivo" di quelle sculture magnifiche, ma in realtà le ricordo benissimo anche dopo tanti anni. Mi hai fatto fare un bellissimo tuffo negli anni in cui ero teenager 😉 Serena