Viaggiare accende la nostra curiosità, la nostra voglia di conoscere. Ma quando non si è in viaggio, come coltivare la curiosità anche a casa? Qui ti do alcuni semplici spunti di riflessione: perché la curiosità ce l’abbiamo dentro e la possiamo vivere sempre!

Citando il buon vecchio Wikipedia, “la curiosità è un istinto che nasce dal desiderio di sapere qualcosa”.
Istinto, desiderio, sapere: sono parole che mi solleticano l’anima e mi fanno brillare gli occhi. Non pensi anche tu che siano meravigliose, soprattutto se accostate alla curiosità? Io mi sono sempre considerata una persona molto curiosa… a volte quasi troppo, nel senso che la curiosità diventa quasi una “sete di conoscenza” davvero difficile da soddisfare; a volte penso che non ci sia abbastanza vita per sapere tutto quello che vorrei sapere!
Devo dirti la verità: oltre a farmi brillare gli occhi, quelle parole mi fanno anche venire il formicolio sulle piante dei piedi. Perché, per me, “curiosità” significa soprattutto una cosa: viaggiare. Nonostante sia in grado di stimolare la mia curiosità anche chiusa in casa – santi libri, santo internet –, è proprio durante il viaggio che tutti i miei recettori si attivano, che tutti i miei sensi sono volti all’esplorazione, all’investigazione, all’apprendimento. Quella sensazione di trasformare qualcosa di nuovo in qualcosa di familiare, o perlomeno non più sconosciuto, è una delle cose che amo di più nella vita… e viaggiando lo posso fare in qualsiasi momento, dalla mattina alla sera.
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Come coltivare la curiosità anche a casa
Quando non possiamo viaggiare (o vogliamo viaggiare di meno) per i più disparati motivi… come coltivare la curiosità anche a casa? Te lo dico subito: non è per niente la stessa cosa. Eppure, dobbiamo fare di necessità virtù; con questo post, spero di darti qualche buon spunto di riflessione per riuscirci!
Una routine da spezzare
Diciamoci la verità: la routine è una benedizione. Spesso diciamo di odiarla ma, in realtà, routine significa sicurezza, stabilità, confort. E chi non ama queste cose? È anche vero che, per amare la routine, è proprio necessario che la routine stessa sia spezzata di tanto in tanto. Altrimenti diventa una prigione.
Molti di noi spezzano la routine, “staccano la spina”, viaggiando. Se viaggiare non si può, tanto vale provare a farlo a casa! È meno semplice e sicuramente meno d’impatto, ma vale la pena. Entra in gioco proprio la curiosità: come sarebbe la mia routine – e come sarei io – se iniziassi a svegliarmi un’ora prima del solito? O se iniziassi a mangiare in modo diverso? O se la sera facessi un puzzle invece di guardare una serie TV? O se tornassi a casa dal lavoro passando da una strada da cui non passo mai? O se entrassi in quel ristorante che proprio non avevo mai considerato? O se proponessi ai miei figli un’attività totalmente nuova? O se capovolgessi gli orari in qualche modo… O se mille altre cose?
Non si tratta del tentativo di avere una routine migliore, magari più ricca delle cosiddette buone abitudini; no, si tratta solo di avere una routine diversa. Che sia migliore o peggiore chi lo sa? È che forse sei proprio curioso di saperlo! Anche in questo caso, magari finisci per scoprire cose di te cui non avevi mai fatto caso; si dice che è in viaggio che si scopre se stessi, ma lo si può fare anche a casa! Perché è la curiosità che ci spinge alla conoscenza, e la curiosità è sempre dentro di noi: va solo coltivata.
La mentalità del principiante
È un concetto che deriva dalla disciplina buddista, ma può essere applicato a qualsiasi cosa facciamo durante il giorno; si tratta di approcciarsi alle cose come se fosse la prima volta che le vediamo o le facciamo. Sì, anche quelle cose che facciamo decine di volte al giorno!
Sembra difficile attuare una cosa del genere, ma tanto vale provarci. Come fare? Inizia con un’attività semplice ma stimolante, come può essere un preciso incarico lavorativo o una commissione che devi fare. Stai andando a fare la spesa? Mettiti in testa che è come se fosse la prima volta che lo fai. Proprio come se tu fossi un principiante, un autodidatta che deve insegnarsi a fare la spesa; piano piano diventerai sempre più bravo, ma ora sei solo agli inizi. Come devo muovermi? Come si usa il carrello? Perché gli oggetti sono disposti in questo modo? Qual è la logica che seguo durante i miei spostamenti da una corsia all’altra? E così via.
Lo so, forse adesso starai pensando che è una cosa stupida. Ma pensaci meglio: quando è stata l’ultima volta che hai fatto qualcosa per la prima volta, ovvero che sei stato un principiante? Ti ricordi di quella curiosità che ti bruciava dentro, della tua voglia di imparare a fare quella cosa, di poterla padroneggiare? All’inizio ci sono state difficoltà, anche qualche frustrazione ma, piano piano, le cose sono diventate sempre più facili. Forse non te ne sei accorto, ma è stata la curiosità ad aiutarti: quell’istinto, come si diceva prima, che ti spinge a sapere di più. Ricreando artificialmente questa “sensazione del principiante”, coltivi la tua curiosità e la rendi protagonista delle tue giornate… anche di quelle più pigre e “sprecate”.
La mentalità del principiante è anche un ottimo modo per non concentrarsi troppo sui viaggi passati o su quelli futuri, che scalpiti di fare. Ti aiuta a concentrarti sul presente, perché è la curiosità che hai ora che deve essere soddisfatta. Ti chiede di lasciar andare i tuoi preconcetti e quello che pensavi di sapere, di abbandonare le aspettative e di concentrarti solo sulla tua voglia di saperne di più.
I bonus?
Approcciando un’attività conosciuta con la mentalità del principiante, potresti arrivare a provare (e poi soddisfare) la tua curiosità verso cose che effettivamente non conosci. Andando a fare la spesa come se fosse una delle tue prime volte, ad esempio, potrebbero uscire fuori curiosità riguardo alla distribuzione delle materie prime, a dove vanno a finire gli scarti, alla psicologia di marketing dietro alla disposizione delle cose… chissà che tu non scopra davvero qualcosa di nuovo e interessante!
Il secondo bonus? Questa mentalità ti aiuta a conoscere meglio qualcosa che davi per scontato! Prova a scrivere qualcosa su un documento Word come se fosse la prima volta, come se scrivere cose su Word diventasse il tuo unico lavoro e tu sei in apprendistato. La curiosità ti spingerebbe a voler conoscere tutti i pulsanti, tutte le caratteristiche, tutte le funzionalità nascoste di Word. Scommettiamo che troveresti cose che non conosci, anche se usi questo programma da una vita e ti sembra la cosa più familiare e scontata del mondo?
Fare le cose “e basta”
Just do it è il motto di Nike: fallo e basta. Certo: non è tanto facile fare qualcosa senza starci troppo a pensare… io lo so bene: spesso mi faccio tante paranoie, o semplicemente tante domande, su quello che sto per fare.
Ne vale la pena? Mi va davvero? E se poi non va come vorrei? E se poi resto delusa? E se poi… Beh, ovviamente ci sono cose più facili da fare di altre, ma come coltivare la curiosità anche a casa, se non ci si butta ogni tanto? Proviamo quest’esperimento: la prossima volta che ti viene in mente una cosa che dovresti/vorresti fare ma che hai procrastinato per chissà quale motivo… ecco, fallo e basta. Una chiamata che ti mette un po’ in ansia: fallo e basta. L’iscrizione a un corso particolare: fallo e basta. Il cambio degli armadi: fallo e basta. Invitare a pranzo quella persona che ti incuriosisce: fallo e basta.
E poi… osserva quello che accade come se fosse davvero un esperimento e tu fossi uno scienziato. Ti immagini quante cose nuove, piccole o grandi, puoi imparare facendo una cosa su cui avevi rimuginato così tanto? Magari scopri che non era così difficile come pensavi, o che ti piace molto più di quello che ti aspettavi… oppure ti porta a compiere altre azioni successive, in un modo che proprio non avevi immaginato e che scatena una curiosità dopo l’altra.
Si tratta di fare il primo passo, magari anche un po’ al buio, e poi avere la curiosità di vedere cosa succederà dopo. Un passo alla volta, la curiosità cresce insieme all’adrenalina di scoprire cosa ci sarà dietro a quel bordo che ti sembrava invalicabile.
Una cosa nuova al giorno
Ormai l’abbiamo capito: per coltivare la curiosità anche a casa, c’è bisogno di novità. E perché, allora, non provare a fare qualcosa di nuovo? Forse ogni giorno diventa difficile, ma almeno una volta ogni tanto… perché no! Si diceva che la curiosità è legata al desiderio di sapere, conoscere, esplorare, imparare. Possono essere cose più o meno piccole, come imparare a cucinare un piatto nuovo (o a cucinare direttamente, se non lo fai mai), approcciarsi a una lingua o uno strumento musicale, ascoltare una canzone di un cantante che non avevi mai sentito nominare, affrontare un argomento di cui non ti eri mai interessato.
La novità spesso si cela dietro alla diversità; per cui, farai qualcosa di nuovo quando farai qualcosa di diverso, come parlare con uno sconosciuto o sintonizzarti su un diverso canale televisivo. Per coltivare la curiosità anche a casa, potresti prepararti facendo una lista di cose nuove, cose che non hai mai fatto e vorresti cominciare a fare (o fare anche solo una volta e poi mai più); di nuovo, sarà l’imprevedibilità dietro alla novità a mantenere altissimi i tuoi livelli di curiosità.
Sotto la superficie della curiosità iniziale
Hai presente quando prima ti parlavo del documento Word? Pensaci: ci sono un sacco di cose che credi di sapere o di conoscere bene, e invece ne hai scalfito solo la superficie. C’è qualcosa in cui puoi davvero ritenerti “esperto”? Se no, magari c’è qualcosa per cui ti piacerebbe esserlo. Ad esempio, io mi ritengo abbastanza dotta in merito ad alcuni argomenti, ma poi mi accorgo che c’è sempre, sempre, sempre qualcosa in più da scoprire; una prospettiva nuova, una teoria, un autore che ne ha parlato, una notizia che viene da chissà dove… Poi ci sono degli argomenti che mi piacerebbe tantissimo conoscere bene ma di cui in realtà so pochissimo, come la cultura anglosassone o la scrittura calligrafica o la multipotenzialità o la storia della famiglia Medici… curiosità significa non solo conoscere più cose possibile, ma anche conoscere a fondo una singola cosa.
Se c’è un argomento che ti appassiona, per coltivare la curiosità anche a casa puoi buttartici anima e corpo, superando uno dopo l’altro tutti gli strati della conoscenza. Prendi questo spunto di riflessione come una sorta di “sfida della curiosità”: ogni giorno, sfida te stesso a saperne sempre di più di una certa cosa. Studiala, approfondiscila, fanne esperienza, conoscila utilizzando tutti i tuoi sensi. Potresti anche provare a impegnarti su questa sfida per un periodo di tempo predefinito, tipo 30 giorni, e poi vedere come ti senti alla fine della sfida. Di sicuro ne sai di più di prima, e la conoscenza ci fa sempre stare meglio.
In ogni persona c’è un mondo intero
Questa è una cosa che penso da sempre, ma con ancora più convinzione da quando lavoro come tour leader. Accompagno in giro persone molto, molto diverse tra loro e anche da me. Con alcune mi sembra di non avere niente in comune e, devo ammetterlo, a volte all’inizio non trovo niente di interessante.
Ma basta un piccolo sforzo, e un piccolo reminder: in ogni persona c’è un mondo intero. Me lo ripeto come un mantra, e ci credo davvero; ogni singola persona si porta dentro un universo di esperienze, pensieri, sentimenti, emozioni, segni caratteriali, sfumature di personalità… Adesso ti chiedo: c’è qualcosa che potrebbe stimolare la curiosità più dell’essere umano? Più di tutte le sue incredibili, imprevedibili, a volte assurde sfumature? Per coltivare la curiosità anche a casa, basta far caso alle persone che ci circondano. Per esempio: sei sicuro di sapere quale sia il piatto preferito di tuo fratello? O le eventuali allergie della tua vicina di scrivania? O le cose che davvero fanno emozionare il tuo migliore amico?
Non si tratta certo di morbosità o di voler mettere il naso negli affari degli altri, ma di un semplice, onesto e curioso interesse nei confronti delle persone cui teniamo. A volte mi rendo conto che ci sono persone che conosco da una vita, che considero tra le mie migliori amiche… e poi non so neanche se amano leggere, per dire (considerando che leggere è una delle mie più grandi passioni). Hai mai fatto caso a queste cose? O magari al fatto che chatti ogni giorno con quel blogger su Instagram, ma di lui non sai praticamente niente? Insomma, hai capito il messaggio: le persone sono contenitori immensi e meravigliosi di curiosità. Se ti approcci alle persone con interesse, trasparenza e ascolto disinteressato, non solo coltivi la curiosità anche senza viaggiare… ma la qualità delle tue relazioni aumenta a dismisura.
Curiosità dal mondo… a casa
Ok, tutto bello… però a noi piace viaggiare, no? Tra un viaggio e l’altro, per coltivare la curiosità anche a casa può bastare un planisfero. Sì, perché ok: stando a casa, ci perdiamo tutte quelle meraviglie che solo i nostri sensi possono regalarci. Solo vedendo, ascoltando, toccando, assaggiando, annusando possiamo sentire di aver conosciuto un posto davvero al meglio delle nostre possibilità.
È anche vero, d’altra parte, che un singolo viaggio non ci basta per familiarizzare con la cultura e le tradizioni di un luogo; in mancanza di altro, possiamo sempre farlo da casa. Il gioco è questo: chiudi gli occhi e punta il dito sulla cartina; poi, sfoga tutta la tua curiosità sul Paese che il caso ti ha portato a indicare. Non limitarti a leggerne le informazioni principali su una pagina web! Leggi un libro ambientato in quel luogo; scoprine i piatti tipici e provane uno a casa; scopri chi sono i cantanti più popolari e ascoltane qualche canzone (canta, pure!); studia qualche parola della lingua locale; guarda un documentario su quel Paese, ascoltane la radio, leggi un giornale locale online per scoprire cosa succede a livello locale, anche nelle piccole città o nei villaggi.
Quando non possiamo viaggiare, il web è una fonte inesauribile di sapere: lo possiamo usare, con cura e discernimento, per nutrire la nostra curiosità; magari viene fuori che di quel Paese ci innamoriamo, e finiamo per prenotare un biglietto aereo! (Su questo, in realtà, conoscendomi potrei scommetterci…)
Curiosità: domande senza pregiudizi
Non sono un’esperta, una coach, una psicologa. Semplicemente, ti parlo di quello che faccio io quando la mia curiosità raggiunge livelli epocali e non posso viaggiare; in mancanza di ciò che più di tutto sazia la mia curiosità, devo trovare metodi alternativi. Io faccio queste cose di cui ti ho parlato: mi butto a capofitto nelle cose, le studio da tutti i punti di vista che riesco a trovare, espando i miei orizzonti, o perlomeno ci provo. Alla fine, nella mia testa c’è un bel guazzabuglio di cose che non trovano mai posto, ma sai che soddisfazione! Fare tutte queste cose mi piace perché mi spinge ad amare la novità, ad abbracciare la consapevolezza che le cose che cambiano e che non conosco non sono mai un male.
Essere curiosi è bello perché semplicemente ci si pone una domanda; una domanda che non genera aspettative, che non richiede risposte né positive né negative, né tantomeno conformi a ciò che noi riteniamo essere vero o falso, giusto o sbagliato. Il viaggio è quello che ci pone di fronte alle cose come stanno e come funzionano, senza pregiudizi; quando non possiamo viaggiare, coltivare la curiosità anche a casa e accogliere sempre le novità è un diritto/dovere che non voglio mai smettere di esercitare.

Ti è piaciuto questo post su come coltivare la curiosità anche a casa? Avevi mai riflettuto su queste cose? Tu cosa fai di solito per restare curioso anche quando non puoi viaggiare? Raccontamelo con un commento! 🙂

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