Conosci i borghi delle Langhe? Ce ne sono tanti in questa zona del Piemonte, la cui bellezza è riconosciuta dall’UNESCO. Ti porto alla scoperta di diverse località sparse per le Langhe, con tutte le loro unicità!

Servono pochissime parole per raccontare le Langhe in tutte le loro sfaccettature: colline, castelli, borghi, vino e buon cibo. Parole semplici, perché le Langhe sono così: è una zona di una bellezza autentica, che non nasconde le sue meraviglie e le mette a disposizione di chi abbia voglia anche solo di scorrazzare tra le strade che si inerpicano tra i suoi vigneti. Collegati da queste strade sinuose ci sono i borghi delle Langhe: deliziosi insediamenti di case, spesso raggruppate intorno a un castello in cima a una collina.
Ce ne sono tanti e, anche se mi sono sentita dire che “sono più o meno tutti uguali”, la realtà è che ognuno di loro si differenzia per qualche piccola caratteristica unica. Avevo anche sentito dire che i borghi delle Langhe non fossero poi chissà che; devo ammettere che non siano tra i borghi più belli che io abbia mai visto, è vero… eppure meritano tutti una visita perché raccontano, a loro modo, di una terra sincera e senza troppi fronzoli.
PS: se invece hai poco tempo e preferisci visitare Alba, leggi qui il mio articolo su cosa vedere ad Alba, oppure prenota un free tour*.
Perché visitare i borghi delle Langhe
Ci sono tantissime cose da fare nelle Langhe, e visitare i borghi rientra sicuramente nella lista. Nelle Langhe, i borghi meritano una visita perché si raggiungono tutti facilmente, e si visitano anche in una manciata di minuti. Perché sono fatti di stradine in salita e di semplicità, e soprattutto perché tutti, più o meno, regalano scorci veramente spettacolari sulle colline e il panorama circostante.
Di borghi nelle Langhe ce ne sono parecchi; sono tutti piuttosto raccolti e, benché si trovino a diverse altitudini, tutti (o quasi) guardano il paesaggio dalla sommità di una collina (bric, in dialetto locale). Io non li ho visitati tutti, ovviamente; ma qui ti parlo di quelli che ho visto e del perché si meritano anche solo 10 minuti di visita! Qui di seguito li troverai suddivisi in base alla “Langa” di cui fanno parte. Andiamo!
Langa del Barbaresco
Iniziamo dalla Langa del Barbaresco, zona di produzione del vino omonimo. Siamo in una porzione di terra piuttosto piccola, situata a est di Alba e subito a sud delle sponde del Tanaro. Oltre ai borghi che ho visitato, di questa zona fa parte anche il borgo di Treiso, oltre che la cittadina di Alba stessa.
Neive
Uno dei primi borghi delle Langhe che si incontrano provenendo da Milano è Neive; e si inizia subito bene perché, con il suo impianto urbano squisitamente medievale, Neive è sicuramente tra i borghi preferiti da tutti; non a caso, è anche nella lista dei Borghi più belli d’Italia. Qui ci siamo fermati per pranzo e poi abbiamo fatto una pigra passeggiata tra i suoi vicoli; c’era poco di aperto a quell’ora, per cui ci siamo limitati a osservare gli edifici dall’esterno e a goderci la più totale tranquillità.
Cosa c’è da vedere a Neive? Tra gli edifici religiosi, sono da citare la Cappella di San Rocco e l’Arciconfraternita di San Michele, entrambe progettate dall’architetto neivese Borgese; poco distante da quest’ultima si trova la Chiesa Parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo, risalente al XII secolo ma ricostruita nel XVIII; i suoi interni ospitano opere di metà Settecento, mentre il campanile fu progettato dall’architetto Francesco Gallo. Ancora, la Cappella di San Sebastiano e, subito fuori dal centro abitato, la Cappella Riccardi Candiani (di inizio XX secolo) e la Torre Monastero (il campanile che resta della chiesa benedettina di Santa Maria al Piano, uno dei più interessanti campanili del Romanico in Piemonte).
Oltre ai piccoli luoghi di culto, Neive è ricca di nobili palazzi: il Palazzo dei Conti Demaria è del XVI secolo, quello dei Conti Bongioanni Cocito è il più elegante palazzo barocco del paese e ospita alcune sale in stile rococò. Il Palazzo dei Conti di Castelborgo è di inizio Settecento e si trova vicino al Portale del Giardino, progettato da Borgese e con belle cancellate di ferro.
Camminando lungo via del Castello si raggiunge il punto più alto del centro abitato, dove si trovano la Casaforte dei Conti Cotti di Ceres e la Torre Comunale (o dell’Orologio), presumibilmente risalente al 1224 e unico resto dell’antico castello. Infine, si può dare un’occhiata alla Casa dell’Orologio, ex sede del Municipio in stile rococò, e all’antistante Palazzo Borgese, l’attuale sede del Comune nelle cui cantine è ospitata la Bottega dei Quattro Vini di Neive.
Quello che ti piacerà di più di Neive, comunque, sarà probabilmente perdere qualche minuto a camminare in su e giù, fotografando gli scorci e godendoti la tranquillità; ti consiglio di fare qualche metro lungo via Demaria: allontanandoti dal centro abitato, ti sarà facile scattare una bellissima foto allo “skyline” del borgo.
Barbaresco
Sono pochissimi i borghi delle Langhe che danno il nome a una tipologia di vino tipico della zona, e Barbaresco è uno di quelli. Il borgo in sé non è davvero niente più che un agglomerato di case (l’intero comune conta poco più di 600 abitanti) a pochissimi chilometri a ovest di Neive. Non c’è molto da vedere, però ti consiglio prima di tutto di entrare nell’ex Confraternita di San Donato, costruita dalla gente di Barbaresco nel 1833; oggi sconsacrata, presenta ancora bellissimi affreschi sul soffitto e, in una curiosa commistione tra sacro e profano, è diventata la sede dell’Enoteca Regionale del borgo.
Dopo, puoi passeggiare pigramente lungo l’arteria principale fino a raggiungere la Parrocchiale, dedicata a San Giovanni Battista e costruita tra il 1728 e il 1756 su progetto di Carlo Maria Castelli; al suo interno, sono conservati un bell’altare di marmo policromo e un coro intarsiato. Intorno alla chiesa si trovano alcune piccole cantine (quando sono andata io, super affaccendate alla raccolta dell’uva). Subito dietro c’è la principale attrazione del borgo, il motivo per cui tutti passano di qui: la Torre di Barbaresco, alta 36 metri e posta proprio sulla sommità della collina che ospita il borgo, in posizione strategica.
Costruita per difendere la zona dai saraceni, è oggi un luogo turistico; in cima si trova la terrazza panoramica, da cui si gode di un meraviglioso panorama a 360° sulle colline di Langhe, Monferrato e Roero. Riconoscerai tanti dei borghi nei dintorni, e vedrai da vicino le anse del fiume Tanaro, principale corso d’acqua delle Langhe. Ai piani inferiori della Torre si trovano una sala per le degustazioni guidate e il minuscolo Museo interattivo “Cavazza”, in cui scoprire la storia della torre, di Barbaresco e dell’omonimo vino.
Langa di Cesare Pavese
Ancora più a est della zona del Barbaresco, al confine col Monferrato, si trova la Langa di Cesare Pavese; il suo nome proviene naturalmente da quello del grande scrittore, traduttore e poeta del XX secolo, nato in questa zona e che in questa zona ha ambientato diverse sue storie (prima su tutte, La luna e i falò).
Di questa zona non ho visto molto; sappi che i borghi che ne fanno parte sono anche Castiglione Tinella, Castino, Cossano Belbo, Gottasecca, Neviglie, Perletto, Rocchetta Belbo e Trezzo Tinella.
Santo Stefano Belbo
Il paese natale di Cesare Pavese ha origini romane e una storia importante nell’età medievale. Qui si viene soprattutto per visitare il Centro Studi e gli altri luoghi legati a Pavese; luoghi di cui ti racconterò presto in un post dedicato. In ogni caso, il centro storico originario è molto piccolo; puoi fare una passeggiata per dare un’occhiata all’unica torre superstite dell’antico maniero medievale, oppure alla più recente Chiesa Parrocchiale del Sacro Cuore di Gesù. Qualche minuto di tornanti in auto ti porteranno in cima alla collina di Moncucco, dove si trova il Santuario della Madonna della Neve (da quassù, tra l’altro, il panorama è spaziale!).
Mango
A Mango ci siamo capitati un po’ per caso, e qui abbiamo fatto una passeggiata veloce tra le stradine in saliscendi, caratterizzate da tranquillità, silenzio e diverse foto storiche appese alle pareti esterne delle case. Il borgo sorge e gravita intorno all’imponente Castello centrale; fu per secoli residenza estiva dei Marchesi di Busca, che vi costruirono un meraviglioso giardino celebrato per le sue piante ornamentali e le colture floreali. Oggi, al piano terra del maniero si trova l’orgoglio della cittadina: l’Enoteca Regionale Colline del Moscato. Proprio lì accanto si trova il principale luogo di culto del borgo, la Chiesa Parrocchiale dei SS. Giacomo e Cristoforo.
Il comune di Mango è tra i principali produttori di Moscato DOCG: le colline circostanti sono letteralmente tappezzate di vigneti e, dalla strada, godrai di panorami davvero spettacolari!
Langa della nocciola e della toma
Scendendo verso sud, si trova un’ampia zona tagliata in due dalla SP429: è la Langa della Nocciola e della Toma, così chiamata perché nei suoi comuni si trovano i principali produttori del formaggio locale e i noccioleti più vasti. Nonostante siamo a sud, questa zona è chiamata anche Alta Langa per le sue altitudini generalmente più elevate che nel resto del territorio; per questo motivo, è la zona perfetta per la produzione della meravigliosa Nocciola Tonda Gentile del Piemonte.
Qui sono solo passata senza fermarmi in nessuna località in particolare. Ti segnalo, però, che di questa Langa fanno parte i seguenti borghi: Albaretto Torre, Arguello, Nenevello, Bergolo, Bonvicino, Borgomale, Bosia, Bossolasco, Camerana, Castelletto Uzzone, Castino, Cerretto Langhe, Ceva, Cissone, Cortemilia, Cravanzana, Feisoglio, Gorzegno, Lequio Berria, Levice, Mombarcaro, Monesiglio, Montelupo Albese, Murazzano, Niella Belbo, Paroldo, Pezzolo Valle Uzzone, Prunetto, Rodello, Sale Langhe, Saliceto, San Benedetto Belbo, Serravalle Langhe, Sinio, Torre Bormida, Torresina.
Langa del Barolo
Della Langa del Barolo fanno parte i comuni in cui avviene principalmente la produzione del vino omonimo; è probabilmente la Langa più conosciuta e frequentata dai turisti di tutto il mondo, situata nella parte sud-est di Alba, sotto Bra. Non ho dubbi che sarà la zona che vorrai approfondire di più; se ti piacciono i borghi delle Langhe, qui troverai pane per i tuoi denti!
Barolo
Adagiato su un altopiano circondato da colli panoramici, il paese ha dato il nome all’omonimo vino. Il borgo è piccolissimo, si gira anche in pochi minuti; è molto tranquillo e ricco di botteghe e ristorantini. Oltre al minuscolo Museo del Cavatappi, la principale attrazione di Barolo è il Castello medievale risalente al X secolo, oggi di proprietà comunale; qui, la marchesa Giulia Colbert Falletti produsse il primo barolo. All’interno, oggi si trovano il Museo Etnografico Enologico (WiMu) e l’Enoteca Regionale del Barolo. Nella piazzetta antistante il castello si trova la romanica Chiesa Parrocchiale di San Donato, mentre dall’altra parte del borgo c’è la Chiesa della Madonna Assunta.
Castiglione Falletto
Castiglione Falletto è un minuscolo borgo poco sopra Barolo, nel centro dell’omonima Langa Probabilmente di origine romana, è nel Medioevo che i Marchesi di Saluzzo lo dotarono di un bel castello in cima alla collina; si tratta di una struttura quadrangolare con giardino e cinta muraria, aperto purtroppo solo in alcuni periodi dell’anno. Per il resto, il borgo non presenta chissà quali attrazioni, se non la semplice e modesta Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo; però è bello passeggiare tra le sue poche strade, ammirare il panorama e, magari, fermarsi per un pranzo veloce.
Una curiosità: il toponimo “Falletto” venne aggiunto nel 1589 in onore dell’antica famiglia albese dei Falletti che, in epoca medievale, possedeva diversi feudi nella zona e segnò il destino delle Langhe come zona di produzione vinicola.
Cherasco
Anche se lo inserisco nella lista dei borghi delle Langhe, Cherasco è più simile a una cittadina, con un comune che ospita quasi 10.000 abitanti. Su un’antica località romana, la città attuale venne costruita in epoca medievale, nel 1243, per volontà di Federico II di Svevia; la sua storia è stata caratterizzata dalla continua contesa tra Angiò, Savoia e Visconti. La città partecipò attivamente alle lotte partigiane durante la Seconda Guerra Mondiale, ricevendo in seguito la Medaglia d’argento al valore civile.
Ci sono diverse cose carine da vedere a Cherasco. Prima di tutto, i luoghi di culto: il mio preferito è il Santuario della Madonna del Popolo, costruita nel 1709 su progetto di Sebastiano Taricco, e un vero gioiellino sia all’interno sia all’esterno. Lì di fianco, potrai sbirciare il vecchio chiostro (ora il meraviglioso cortile di un hotel di lusso) e il piccolo ma ben curato Orto dei Padri Somaschi. Altre chiese da vedere sono la duecentesca Chiesa di San Pietro, la piccola e barocca Chiesa della Madonna delle Grazie, la Chiesa di Sant’Agostino, quella di San Martino, di San Gregorio, di Sant’Iffredo… A Cherasco c’è anche una Sinagoga, memoria di una piccola e fiorente comunità ebraica che fu presente nella città dal 1500 al 1900 circa.
Oltre ai luoghi di culto, ti consiglio una passeggiata tra le strade di Cherasco, così da ammirare alcune delle sue principali attrazioni civili: il bellissimo Arco del Belvedere (quella lì intorno è una zona davvero carinissima), Arco di Porta Narzole, la Torre del Municipio… Ci sono anche diversi musei interessanti che non ho avuto modo di visitare, come il Museo della Magia e Palazzo Salmatoris.
Passeggiando lungo un breve viale orlato di platani, si raggiunge il Castello di Cherasco, una bellissima e imponente struttura quadrangolare che, oggi, è Monumento Nazionale e (purtroppo) proprietà privata. Fu fatto costruire da Luchino Visconti nel 1348, come unico castello in stile milanese nella provincia di Cuneo. Nel corso dei secoli, qui accaddero cose decisamente particolari; come quando la regina Giovanna d’Angiò (meglio nota come Giovanna la Pazza), nel 1356 fece cadere nel trabocchetto di una torre l’amante presentatosi troppo stanco all’appuntamento amoroso. O la storia di Lionel di Clarence, figlio di Edoardo III d’Inghilterra, che fu preso in marito da Violante Visconti ma morì poco dopo per indigestione di tartufi.
E a proposito di cibo, infine, di Cherasco c’è da parlare dei suoi piccoli tesori gastronomici: i baci di Cherasco, gli inimitabili cioccolatini con cacao e nocciola; ma, soprattutto, la celebre lumaca di Cherasco, che viene celebrata ogni anno con una sagra dedicata.
Diano d’Alba
Un altro piccolo borgo delle Langhe; situato a circa 500 metri di altitudine, Diano d’Alba è considerato un vero e proprio balcone naturale sulle colline del Barolo. Bisogna salire sul suo punto più alto, al Belvedere, per godersi un panorama mozzafiato sulle terre, i vigneti e i boschetti circostanti. Lì in cima alla collina si trova anche la principale attrazione del borgo: l’imponente Chiesa di San Giovanni Battista, edificata nel XVIII secolo.
Diano è noto soprattutto per il Dolcetto, che qui ha una denominazione di origine esclusiva; la zona di origine delle sue uve, infatti, è limitata al solo territorio di questo comune. Da visitare è la Bottega dei “Sorì”, che propone una bella selezione di Dolcetto di Diano d’Alba.
Grinzane Cavour
Un altro dei più noti borghi delle Langhe; anche se, in realtà, quello che tutti veramente conoscono è il castello. Non tutti sanno, invece, che il comune si divide in due centri: Gallo è la zona artigianale/commerciale/industriale, mentre Grinzane Cavour è costituito dalle poche case che si riuniscono intorno al profilo deciso dell’omonimo castello. Dal 1916, il borgo deve il suo nome a Camillo Benso Conte di Cavour, che ne fu sindaco dal 1832 al 1849.
Oltre alla piccola Chiesa della Maria Vergine del Carmine, risalente alla prima metà del XVII secolo e poi ampliata un secolo dopo, la cosa che davvero va visitata a Grinzane Cavour è il Castello, Patrimonio UNESCO dal 2014. Tra i meglio conservati di tutte le Langhe, il castello dai mattoni a vista è oggi proprietà dei Comuni di Alba e Grinzane Cavour; al suo interno, ospita il Museo delle Langhe e, una volta all’anno, l’Asta Internazionale del Tartufo d’Alba. Anche di questa attrazione ti parlerò presto in un post dedicato.
La Morra
Sin dal II millennio, esiste sulla cima di quella collina un piccolo insediamento che, agli albori, era dedicato più che altro alle attività contadine (il nome originario è Murra, ovvero “recinto per le pecore”). Oggi, La Morra è un comune piccolo, ma molto conosciuto dai turisti italiani e stranieri; situato a 500 metri di altezza, è uno dei più suggestivi borghi delle Langhe, ricco di ristorantini e botteghe tipiche; qui si trova anche una fornitissima Cantina Comunale.
Arrivando da nord, si raggiunge prima di tutto la piccola Piazza dei Martiri, dedicata ai 32 giovani combattenti partigiani trucidati dai nazifascisti nel 1944; oggi, si parte da qui passando dall’ufficio turistico e iniziando un piccolo tour tra le tranquille strade del borgo. Il punto più alto è la bella Piazza Castello, con la Torre Campanaria e il Belvedere di La Morra, che offre un panorama strepitoso sulle colline langarole. Potresti dare un’occhiata anche alla Parrocchiale di San Martino e alla barocca Confraternita di San Sebastiano, del XVIII secolo. Più in basso, in frazione Annunciata, si trova la bella Abbazia dell’Annunziata.
Monforte d’Alba
Non ho dubbi: tra tutti i borghi delle Langhe, Monforte è sicuramente il mio preferito. Sarà stato il sole, la passeggiata dopo un ottimo pranzo, l’atmosfera domenicale… Mi è piaciuto proprio tanto!
Situato a 480 metri sul livello del mare, la sua denominazione deriva da Mons Fortis, il nome della collina su cui è situato o, forse, del castello le cui mura cingevano le case del borgo. Il Castello si trova ancora sulla sommità del centro storico, da cui si gode di una bella vista sui tetti sottostanti e sulle colline tutte intorno; quassù, si trovano anche la Chiesa Parrocchiale e l’Auditorium Horszowski, inaugurato nel 1986 dall’omonimo pianista polacco/statunitense. Si tratta di un piccolo anfiteatro naturale, all’aperto, caratterizzato da un’acustica perfetta; negli anni, è stato teatro di concerti di artisti come Vinicio Capossela, Paolo Conte e Massimo Ranieri. L’auditorium, però, è più che altro famoso per ospitare Monfortinjazz, la rassegna annuale di musica Jazz.
In tempi recenti, il borgo di Monforte si è sviluppato principalmente nella parte bassa; qua troverai la Chiesa Parrocchiale della Beata Vergine della Neve, più nuova (fu costruita negli anni ’20 su progetto dell’architetto Giuseppe Gallo), ma è una delle cose più belle che abbia visto in tutta la vacanza nelle Langhe; mi sono quasi commossa!
Novello
Novello è un altro piccolo ma carinissimo borgo delle Langhe; un altro di quei posti dove passeggiare pigramente tra le strade silenziose. Un tempo, l’antichissimo borgo era luogo di villeggiatura prediletto dai patrizi di Alba Pompeia; il suo nome, infatti, deriva da Novae Villae, appunto le nuove residenze costruite dai ricchi di Alba. Si entra dalla vecchia porta medievale e subito si incontra la Chiesa Parrocchiale di San Michele Arcangelo, costruita in stile neoclassico su progetto dell’architetto Francesco Gallo. Poco distante c’è la Confraternita di San Giovanni, con la sua facciata di gusto barocco.
Quello che ti consiglio di fare, soprattutto, è passeggiare lungo le strade che accerchiano il borgo, per godere di un panorama davvero stupendo da tutti i lati; nella parte sud del paese c’è anche una piccola ma meravigliosa terrazza panoramica, una delle mie preferite! Ci siamo fermati qui per pranzo, una sorta di picnic con panini e dolcetti tipici: una meraviglia! Proprio qui di fianco potrai dare un’occhiata al Castello di Novello, una costruzione davvero particolare, dal gusto vagamente moresco grazie alle sue torrette e ai suoi pinnacoli; oggi è un hotel, dev’essere fantastico dormirci!
Roddi
Ormai l’hai capito: se stai cercando posti piccoli e raccolti, tranquillità e silenzio, coi borghi delle Langhe vai sul sicuro! Anche Roddi è un insediamento piccolino, situato su una collina a pochi chilometri a ovest di Alba. Potrai parcheggiare nelle vicinanze della piazzetta centrale, sulla quale si affaccia la Chiesetta di Santa Maria Assunta con la sua bella torre campanaria del XIII secolo. Una stradina ti porterà sulla cima del colle, dove si trova il maestoso Castello di Roddi; con le sue due torri risalenti a epoche diverse (XI e XVI secolo), sovrasta il paesaggio circostante ed è visitabile solo in alcuni periodi dell’anno.
Di fronte all’ingresso del castello si trova una piccola costruzione che ospita un’istituzione davvero curiosa: l’Università dei Cani da Tartufo, istituita niente meno che nel 1880! Infine, lungo la stradina che porta al castello, proprio sotto le mura, nel 2012 è stato creato il museo multimediale a cielo aperto dedicato al tartufo bianco d’Alba; una serie di installazioni artistiche firmate da Giordani Berti e Letizia Rivetti raccontano al visitatore tutte le virtù di questo alimento tra storia, leggenda, scienza e gastronomia.
Serralunga d’Alba
Anche Serralunga figura tra i miei borghi preferiti nelle Langhe; una lingua di case costruite lungo un costone lungo e stretto – da qui il nome del borgo – dalla quale sbuca il meraviglioso Castello; quest’ultimo è sicuramente una delle cose migliori che vedrai nelle Langhe, principalmente per la vista strepitosa offerta dai suoi piani alti! Con il suo sviluppo in verticale, è considerato tra i migliori esempi di castello medievale in Piemonte (te ne parlerò presto in un post dedicato).
Intorno al castello, si raccoglie il borgo che non offre particolari attrazioni, ma che è davvero piacevole da girare con calma. Vale una visita la Chiesa di San Sebastiano, ricostruita nel XVII secolo; e Piazza Maria Cappellano, che funge da – ennesima – strepitosa terrazza panoramica sulle colline langarole.
Verduno
Infine, tra i borghi della Langa del Barolo c’è da citare Verduno, più o meno a metà strada tra Alba e Cherasco e caratterizzato da strade pigre e tranquille. Il nome del paese pare derivare dal celtico verdun, “collina fertile”; effettivamente, dal Belvedere di Verduno si gode di una vista davvero ancora stupenda sul meraviglioso verde circostante. Nel borgo a volte denominato “la Sentinella delle Langhe” sorge l’omonimo castello, risalente al XVIII secolo; un tempo acquistato dal re Carlo Alberto, oggi ospita una cantina. A questo proposito, ti segnalo che in zona si coltiva il Pelaverga piccolo, un vitigno raro ma ormai piuttosto noto, da cui si produce il vino DOC Verduno Pelaverga (o, semplicemente, Verduno).
Langa di Dogliani e del Monregalese
L’ultima delle Langhe la troviamo a sud, verso il confine con la Liguria. Siamo nella zona di Mondovì*, in un territorio tagliato ancora dalle ampie ansie del fiume Tanaro, che si spinge fino a quaggiù. Di questa Langa fanno parte anche Bastia Mondovì, Belvedere Langhe, Briaglia, Carrù, Castellino Tanaro, Cigliè, Clavesana, Farigliano, Igliano, Marsaglia, San Michele Mondovì, Monchiero, Mondovì, Niella Tanaro, Piozzo, Roascio, Rocca Cigliè, Roddino, Somano, Vicoforte.
Dogliani
Un comune vagamente più grande rispetto agli altri visti fino a ora, Dogliani è un borgo delle Langhe con una caratteristica speciale. La sua conformazione medievale è infatti suddivisa in due parti: c’è Castello, la parte più antica sulla collina, e Borgo, l’insediamento anticamente cinto da mura che si affaccia sul torrente Rea. Due “quartieri” che si fondono in un unico nucleo, con diverse attrazioni e particolarmente piacevole da girare con calma.
Ti consiglio di parcheggiare vicino alla zona Castello, quella che ho trovato più silenziosa e quasi deserta; da visitare, qui ci sono la Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo e la piccola Cappella della Sacra Famiglia. Proprio davanti a quest’ultima, non perderti una delle più famose Panchine Giganti: si trova nel Belvedere di Dogliani, con un altro bellissimo panorama. Dall’altra parte di Castello, invece, troverai la piccola ma graziosa Chiesa dell’Immacolata, costruita su pianta a croce greca e in stile neo-classico; da qui, potrai scorgere anche il bellissimo ingresso al Cimitero, costruito alla fine del XIX in stile neo-classico dall’architetto locale Giovanni Battista Schellino. Una curiosità: in questo cimitero si trova la tomba di Luigi Einaudi, primo Presidente della Repubblica Italiana che soggiornò in questo borgo delle Langhe per diversi anni.
Scendendo “a valle” lungo via Battisti, in pochi minuti ti ritroverai in zona Borgo. Di fronte a te si staglia la principale attrazione di Dogliani: la Chiesa dei Santi Quirico e Paolo, anch’essa progetto di Schellino, davvero bella e imponente. Girovagando tra le vie del borgo, troverai anche l’Ospedale Civico, il Palazzo Municipale e le antiche porte d’accesso alla città (Porta Sottana e Porta Soprana).
Un’altra curiosità: Dogliani è un borgo famoso anche per il Dolcetto di Dogliani, un vino rosso DOCG che può essere prodotto solo in questa zona. La Bottega del Dolcetto di Dogliani è ospitata nelle cantine secentesche del palazzo comunale e offre un panorama esauriente sulla produzione vitivinicola del territorio.
*Guarda tutte le mie foto delle Langhe*

Hai mai visitato i borghi delle Langhe? Quali sono i tuoi preferiti? Raccontamelo con un commento! 🙂

What do you think?