Un nuovo diario di viaggio #B_inNewZealand! Ecco tappe, fotografie, impressioni, aneddoti e preferiti della settimana 2.
#B_inNewZealand – Settimana 2: le tappe
Questa settimana abbiamo tagliato l’isola sud a metà, attraversandola da est a ovest. So che sembriamo impazziti perché fare un loop in senso orario è l’opzione più intelligente (ed è anche quello che volevamo fare all’inizio), ma in questo modo avremmo perso tutto l’interno dell’isola. Allora abbiamo tagliato, e la settimana prossima ritorneremo da ovest verso est, così da vedere un po’ di interno nel frattempo.
Sembra complicato, ma nella nostra testa è tutto molto chiaro 🙂
Chilometri percorsi: 723
Lunedì 20 febbraio

Il resoconto della settimana 1 finiva con il nostro arrivo in una Kaikoura grigia e triste. Il lunedì mattina è stato ancora molto brutto, per cui abbiamo approfittato della biblioteca. All’ora di pranzo è uscito un gran sole e allora abbiamo fatto quello che si deve fare quando si è a Kaikoura: una camminata lungo la Kaikoura Peninsula Walkway, 11.7 km di pura bellezza. La camminata sale e gira tutto intorno al promontorio sul quale questo paesino è adagiato, e promette panorami davvero mozzafiato sulla costa frastagliata. Delle 3 ore previste, noi ce ne abbiamo messe 5! Per fare tante fotografie e per goderci il panorama il più possibile. Scogliere a picco, sentierini in mezzo a campi sconfinati, tanto vento e un senso di pace immenso. Bellissimo!
È quasi ora di cena quando torniamo da OJ, sfiniti: passiamo al Seafood BBQ, un banchetto ambulante dove , pare, facciano il pesce alla griglia più buono della zona.
Ci trattiamo bene con delle capesante squisite, le frittelle di whitebait e il crayfish, una specie di aragosta che è il prodotto tipico di Kaikoura. Andiamo a mangiare tutto su un tavolino proprio di fronte al mare immenso, con i gabbiani a farci compagnia.
Martedì 21 febbraio

Ci svegliamo con il rumore delle papere che giocano nel laghetto di fianco al parcheggio, qui al pub irlandese (ci è piaciuto dormire qui!). Solite tappe bagno/spesa/colazione, poi torniamo (per la quarta volta in due giorni) a Point Kean, dove abita una colonia di foche. Continuiamo a tornarci perché di foche ancora non ne abbiamo viste, ma questa mattina siamo fortunati! Ce ne sono 4, in due punti diversi del promontorio, che si rilassano al sole della mattina. Ci avviciniamo piano piano e scarichiamo il cellulare a forza di fotografie, mentre ci godiamo la compagnia di questi buffi e adorabili animali 🙂
Torniamo in paese per prenotare l’attività del pomeriggio al centro turistico, e poi ci rechiamo alla Puhi Puhi Reserve: vari chilometri di strada e di sterrato per raggiungere questa minuscola passeggiata di 10 minuti nel bosco. Non ne valeva la pena, forse, ma almeno abbiamo pranzato sotto le fronde degli alberi, in mezzo alla natura più selvaggia 🙂
Torniamo a Kaikoura per una passeggiata in paese poi, a metà pomeriggio, è tempo di recarci al piccolo aereoporto dove si trova Wings over Whales, la compagnia con cui voleremo sopra le acque della baia alla ricerca delle balene! Qui, per puro caso, troviamo Alessandra e Marco, una coppia che avevamo incontrato la mattina tra una foca e l’altra. Ci mettiamo così a chiacchierare con loro e il tempo passa velocemente. Poi Edward, il pilota, ci spiega un sacco di cose interessantissime sulle balene e gli altri animali che si trovano da queste parti –non vedo l’ora di parlartene in modo più approfondito, perché vale la pena-, e finalmente si parte!
Il volo dura mezz’ora, ma è una meraviglia. Siamo a 150 metri di altezza e si vede tutto il promontorio, verdissimo di prati e campi in contrasto con l’azzurro del mare. Avvistiamo 3 capodogli sotto di noi, che si mettono un po’ in mostra e poi si rituffano, salutandoci con la loro gigantesca pinna. Vediamo anche un banco di oltre un centinaio di delfini che saltellano tra le onde. Da quassù sono minuscoli, non più grossi di un puntino grigio, ma è davvero emozionante perché non ne avevo mai visti così tanti tutti insieme!!
Quando il volo si conclude è già quasi ora di cena: chiacchieriamo un po’ con Marco e Alessandra e mostriamo loro il nostro van (ne siamo particolarmente orgogliosi, va detto!). Poi torniamo in paese e li incontriamo di nuovo per caso, così decidiamo di andare a cena insieme in un tipico pub della zona. Torniamo poi a dormire al pub irlandese, dove stanotte il cielo è al suo meglio: una trapunta di stelle da capogiro, una via lattea perfettamente visibile e tre stelle cadenti in pochi minuti. Sono troppo felice!!
Una giornata piena di sorprese e di emozioni 🙂
Mercoledì 22 febbraio

Sveglia presto: la nostra ultima mattina a Kaikoura. Ci dirigiamo direttamente a Hinau Track, un posticino dove facciamo colazione sui tavolini da picnic e poi una bella passeggiata in mezzo al bosco. Rubiamo qualche mora dai rovi e poi torniamo verso il paese, incontrando un magnifico falco sulla strada (all’andata, invece, avevamo trovato un simpatico riccio).
A Kaikoura facciamo un giro in paese, poi io trascorro un’oretta al museo cittadino, piccolo ma nuovissimo e a tratti interessante.


Prendiamo OJ e facciamo un po’ di costa verso nord, fino ad arrivare a Mangamaunu, dove la strada si interrompe: qui è dove è avvenuto il terremoto tre mesi fa, la strada è ancora chiusa (e per questo siamo dovuti arrivare a Kaikoura da sud, allungando la strada di non poco). Da queste parti il paesaggio è bellissimo, con le montagne che si specchiano sulle onde, le spiagge di sassi e la ferrovia che corre tra la strada e il mare.
Prima di andarcene da questo posto che ci è piaciuto tanto, ci fermiamo a pranzare con le nostre verdure e il nostro hummus e la nostra birra fresca su una spiaggetta di sabbia nera nei pressi dell’aeroporto –che detto così fa brutto, ma in realtà era un posto davvero bellissimo-. Qui ci rilassiamo un po’, mentre l’ombrellone di un signore vola via (c’era un vento fortissimo) e lui ci accusa di averglielo rubato, perché per sfiga era uguale al nostro e noi l’avevamo lasciato in bella vista dentro al van. Tempi duri, insomma!

Torniamo verso sud, andiamo dritti dritti fino a Cheviot, un paesino un po’ anonimo dove ci fermiamo per un giro veloce. Facciamo una deviazione verso Gore Bay, dove c’è una spiaggia silenziosa e lunghissima e una fila di villette che guardano il mare. Poi guidiamo ancora fino a Culverden, dove ceniamo nel parco, e poi andiamo a dormire a Rotherham. Sì, lo stesso posto della settimana scorsa, quello di fianco al cimitero. È la prima notte che mi sento poco sicura perché sento rumori strani provenire da fuori…ma tanto poi la stanchezza ha sempre la meglio e mi addormento.
Giovedì 23 febbraio

La giornata di giovedì è andata un po’ sprecata, diciamo, perché ce la siamo presa estremamente con calma…anche troppo. Siamo stati a Culverden mezza mattinata, per fare colazione al parco con lo yogurt che avevamo comprato al minimarket di Rotherham: un posto “strano”, un po’ scrostato, fermo probabilmente a 50 anni fa, con una sola confezione di ogni prodotto: una scatola di biscotti di questa marca, uno spray per pulire i pavimenti di quest’altra marca, una confezione di pane in cassetta di quella marca, e così via. Sembrava più un’esposizione di prodotti che un market. Diciamo che abbiamo preso lo yogurt e siamo scappati, perché il posto metteva un po’ di inquietudine!
Dopo la lunga e calma colazione, abbiamo viaggiato per tutta la mattina in direzione ovest, verso Reefton. Avevamo già fatto parte di questa strada, per cui non ci siamo fermati molto.
Siamo arrivati a Reefton che l’ora di pranzo era passata da un po’, ma non abbiamo rinunciato a una piccola perlustrazione del paese, finalmente uno con un po’ di personalità! Reefton, infatti, è stato protagonista di una bella corsa all’oro a cavallo tra l’Otto e il Novecento e, in più, è stato il primo paese ad avere l’elettricità in tutto l’emisfero australe, nel 1880! Finalmente si respira un po’ di storia, anche se focalizzata su aspetti diversi da quelli su cui ci concentriamo, solitamente, in Europa. La via principale –che si chiama Broadway, e ho detto tutto- è un susseguirsi di edifici storici, che adesso ospitano negozi che ancora non ho capito come facciano a stare in piedi: artigianato di dubbio gusto, vestiti di seconda o terza mano, arredamento antico, oggettini di tutti i tipi. Però, che bellezza! Prima di pranzo abbiamo trascorso una mezz’ora con i “minatori” della Bearded Mining Company: ci sono 3 volontari, signori grossi con la barba lunga e il cappello calato sugli occhi, che mostrano ai passanti una vecchia abitazione di minatori, piena zeppa di qualsiasi oggetto e strumento, e poi le pietre di quarzo da dove si estraeva l’oro. Ci hanno anche deliziato con degli scones appena sfornati e spalmati di miele di manuka, fantastico 🙂

Siamo andati in una radura sul bordo del fiume per prepararci il pranzo che ormai era pomeriggio inoltrato. Tra la preparazione e un po’ di relax il pomeriggio è quasi finito, e abbiamo avuto giusto il tempo di fare un altro giro veloce per il paese prima che si annuvolasse e le foto iniziassero a fare schifo.
Per cena, alla fine, eravamo talmente svogliati e pieni dal pranzo di poche ore prima, che siamo finiti per farci il caffellatte coi biscotti e ce lo siamo bevuto sui seggiolini anteriori di OJ. Sì, lo scrivo perché non me ne vergogno, anzi: il bello di viaggiare seguendo solo il nostro ritmo e le nostre inclinazioni è anche questo, no? 🙂
Venerdì 24 febbraio

Oggi abbiamo voglia di rifarci dell’apatia di ieri, e quindi iniziamo presto la giornata e andiamo a farci una mega colazione da Broadway Tearoom & Bakery, il café più bello, storico e particolare del paese. Che bellezza, non hai idea: tavolino all’esterno, venticello, sole, computer, musica allegra, bolle di sapone sparate da una finestra vicina, chai latte caldo e un piattone di eggs benedict ottime. Che te lo dico a fare 🙂
Dopo ci tuffiamo alla scoperta un po’ più approfondita di Reefton: nonostante sia minuscolo e ci si impieghi pochissimo tempo a girarlo, ci sono alcuni edifici storici che vale la pena di vedere, siano la chiesa bianca e rossa o il vecchio take-away con insegne e locandine degne degli anni ’60. Dopo la spesa, facciamo quei 2 km che ci separano da Blackwater dove si trova il minuscolo museo della zona: i miei 5 dollari spesi meglio di questa settimana! Il museo è dentro una vecchia chiesa battista, ora riconvertita a vero e proprio magazzino di cianfrusaglie: qui non si trovano le solite teche da museo, ma un’accozzaglia di oggetti di tutti i tipi risalenti a 100 anni fa circa. Vecchi libri di ricette, macchine fotografiche, grammofoni, vestiti d’epoca, strumenti e utensili da lavoro, gli oggetti del medico di paese, quadri e libri, oggettini di tutti i tipi, persino la “macchina” per fare il burro. Ah, che caos geniale! E il signore che presiede il museo ci ha deliziato con tantissime spiegazioni e aneddoti, una vera e preziosissima guida privata. Adoro la Nuova Zelanda per questo 🙂

Dopo è stata la volta di Waiuta, un ex paese sorto ai tempi dell’estrazione dell’oro, oggi solo sito storico dove è possibile trovare ancora qualche vecchia costruzione del tempo. In sé non è niente di speciale, ma è stato molto interessante leggere tutti i pannelli informativi su quello che era un tempo questo posto.
Ancora chilometri tra le strade deserte della Nuova Zelanda, sempre più verso ovest, e ci fermiamo a Blackball, un altro luogo storico. Qui avvenne lo sciopero che crebbe fino a diventare su scala nazionale e che poi, alla fine della Prima Guerra Mondiale, portò alla nascita del Partito Laburista neozelandese. Il posto è piccolissimo, ma si trovano un hotel storico, un museo a cielo aperto con tante informazioni, e l’entrata di una vecchia miniera.

Infine, prima del tramonto, raggiungiamo il luogo dove un tempo si trovava Brunnerton, un altro paese nato sulla scia delle miniere –questa volta di carbone- e dove, oggi, rimane solo una sorta di “parco” con i vecchi stabilimenti di lavoro e un sacco di informazioni. Un posto all’aperto, gratuito, facile da girare, veramente fatto bene e interessante per chi è appassionato di queste cose.
Arriviamo in serata a Greymouth, sulla foce del fiume Grey sulla costa ovest dell’isola sud. Il primo impatto sembra buono, ma lasciamo le impressioni a domani e andiamo a dormire in una piazzola sulle sponde del fiume, insieme a un sacco di altri van.
Sabato 25 febbraio

Se si potesse istituire la giornata del relax, sarebbe questa: sveglia con calma, colazione con calma, giro lentissimo da Warehouse per compare un po’ di cose utili, e poi il nostro piccolo premio: qualche ora in piscina! Per noi sta diventando un vero e proprio lusso 🙂
Qui a Greymouth c’è una bellissima piscina, con due vasche, una vasca più piccola con l’acqua calda bollente che è super rilassante, la sauna e pure gli scivoli ad acqua. Questi ultimi non erano compresi nel prezzo, ma il bagnino deve averci preso in simpatia perché ci ha permesso di fare due giri a testa gratis. Così ci siamo goduti questa bontà inaspettata, scendendo dagli scivoli contenti come i bambini! Il resto del tempo abbiamo nuotato e ci siamo rilassati di brutto. E poi, alla fine, lei: la doccia. Calda, comoda, calma e, soprattutto, lunga. Aaaah sì, le piccole gioie della vita!!
Il resto del pomeriggio l’abbiamo passato ad asciugare le cose, a mettere in ordine il van, a fare la spesa, insomma a prolungare questo stato di relax. Se quella di giovedì è stata una giornata persa, questa non lo è stata, seppur non abbiamo fatto niente di “utile” a livello di viaggio: ci siamo rigenerati, e ci voleva!
Concludiamo la serata a Dixon Park, un piccolo e curatissimo parco sulle sponde di un torrente. Ci è venuta la malsanissima idea di farci il purè di patate che, sul fornelletto da campeggio, richiede un sacco di tempo. Talmente un sacco che abbiamo cenato al buio illuminato solo dalla luna. Ok, non lo facciamo più (però era buono, cavolo!!).
Domenica 26 febbraio

Un’altra bellissima giornata di sole e ci prendiamo, finalmente, la briga di girare questa cittadina. Devo dire che l’impatto positivo iniziale è stato più che fuorviante: Greymouth è proprio brutta. Almeno per noi. Abbiamo fatto una lunga passeggiata sul bordo del fiume, fino al punto dove sfocia nel mare. Pensavo il panorama fosse più bello, ma ci siamo rifatti con la conoscenza di Richard, un signore olandese che abita qua in NZ da moltissimi anni. Occhi azzurri, la pelle nerissima per il sole, un inglese ancora deliziosamente imperfetto e un sorriso bellissimo. Abbiamo chiacchierato un po’ e ci siamo scambiati i contatti. Lui ha questo minuscolo “bar” dentro a una barchetta di legno che si porta in giro col gancio di traino dell’auto, e vende caffè e piccoli waffle tipici olandesi, davvero buoni!
Continuiamo le camminate in giro per i dintorni del paese, in alcuni parchi deserti alla ricerca di qualcosa di più bello, poi finiamo a Dixon Park di nuovo per pranzare e rilassarci un po’. Quant’è bello mangiare seduti sul nostro telo da picnic a quadrettoni, sul prato verde di un parco dove giocano tanti bambini, e fare due chiacchiere con una famiglia di israeliani in viaggio dallo scorso giugno?
Il pomeriggio lo passiamo in giro per le strade di Greymouth: è domenica, non c’è anima viva, è tutto chiuso, gli edifici sono vecchi e tenuti malissimo. Niente, via, questo posto non ci piace. Ma almeno qualche esempio di street art vale la pena, e la camminata lungo il fiume è molto bella.
Saliamo in cima a King Park per vedere il tramonto, e anche questa settimana si conclude.
#B_inNewZealand – Settimana 2: impressioni e curiosità
- No, un’altra settimana non è bastata per abituarmi a questi ritmi lentissimi. Pensa che servono un po’ di minuti per trovare il bagno pubblico più vicino ogni mattina, che ogni stoviglia impiega un sacco di tempo ad essere lavata e asciugata, che serve quasi un’ora per far bollire l’acqua per quella volta che decidiamo di farci una pasta…insomma, serve pazienza. Quella pazienza che io, in viaggio, non ho. Cerco di rilassarmi e di non pensarci, di mettermi lì buona a leggere il mio libro (ne ho iniziato uno di Bryson e, come al solito, mi piace tantissimo). Ma non è proprio per niente facile!
- Un altro “problema”, in questo senso, sono le strade. Se da un posto all’altro ci sono 80 km, devi considerare molto più tempo di percorrenza molto più lungo di quello a cui siamo abituati noi, perché non esistono autostrade e il limite massimo è sempre 100 km/h (che OJ, però, non raggiunge praticamente mai…). Sono cose da tenere in considerazione quando si viaggia per Paesi come questo!
- Siamo in viaggio da due settimane e, lo dico con il cuore in mano, non c’è niente che mi abbia proprio lasciato senza fiato. Abbiamo visto posti bellissimi e altri posti estremamente interessanti, ma niente che proprio mi abbia stregato. Ma non mi preoccupo di questo, perché so bene che siamo solo all’inizio!
- Quello che vorrei fare di più è parlare con le persone. Ci provo sempre e, spesso, va bene, perché qui sono sempre tutti disponibili a fare due chiacchiere. Credo che sia questa l’essenza di un viaggio come il nostro: conoscere non solo i luoghi, ma anche i volti di chi li popola!
#B_inNewZealand – Settimana 2: i preferiti
Di questa settimana, credo che la cosa più bella sia stata la vista del promontorio di Kaikoura dai finestrini dell’aereo. Un paesaggio che, sì, quello lascia proprio senza fiato!! Sarà anche per la veduta aerea, che non capita molto spesso di poter osservare.
#B_inNewZealand sui social
Negli ultimi giorni sono stata un po’ assente perché la connessione scarseggia, ma dalla settimana prossima (spero) torno a postare fotografie e aggiornamenti su Facebook, Instagram e Twitter, sempre con l’hashtag #B_inNewZealand. Ci vediamo lì? 🙂 Fatti sentire!
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[Tweet “#B_inNewZealand: la mia settimana 2 in giro per la Nuova Zelanda!”]
Si conclude la settimana 2 del mio viaggio. Ci vediamo lunedì prossimo! Intanto, fatti sentire con impressioni, curiosità, domande e tutto quello che vuoi! 🙂

sognandoviaggi
Febbraio 27, 2017Che meravigliosi paesaggi! Mi ha colpita molto il promontorio di Kaikoura, stupendo!
Agnese - I'll B right back
Marzo 7, 2017Anche a me quel post ha colpito tanto, sia lungo la camminata sul promontorio che dall’aereo! Davvero uno spettacolo 🙂
Meridiano307
Febbraio 27, 2017Oddio,la notte con il cielo stellato super brillante, è una delle cose più belle che possano esistere al mondo..è la buona notte che vorrei ricevere più o meno sempre. Sai che è la prima volta che sento di parlare di whale watching con un mezzo diverso rispetto ad una barca? Dev’essere bellissimo dall’altro, anche perchè in questo modo puoi anche ammirare paesaggi strepitosi come il promontorio di Kaikoura. Stavo per dirti che la prossima volta anche io cercherò un areoplanino d’avvistamento, ma non so se alla fine avrei davvero il coraggio di salirci…
Agnese - I'll B right back
Marzo 7, 2017Lascia stare Marghe, io impazzisco per i cieli come questi e non riesco mai a decidermi di staccargli gli occhi di dosso! Qua ci sono dei posti davvero in mezzo al nulla con inquinamento luminoso pari a zero, bellissimo!
L’aeroplanino è sicuramente un mezzo inusuale per l’avvistamento di balene, noi l’abbiamo scelto proprio anche per la possibilità di ammirare il paesaggio! Alla fine, a parte le virate che ci facevano ritrovare praticamente perpendicolari al mare, il mezzo è sicuro 😀
Meridiano307
Marzo 7, 2017Due dei miei ricordi più belli dell’Africa sono proprio legati al cielo…oltre alla coperta di stelle c’erano pure quelle cadenti..un vero sogno
Agnese - I'll B right back
Marzo 7, 2017Eh mamma mia, ci credo!! Questi posti lontani dal caos cittadino e immersi nella natura danno il meglio di sé!
Blueberry Stories
Febbraio 27, 2017Ma che bellina la strada di Reefton! Va be’, quando nomini gli scone con il miele di manuka mi fai desiderare davvero che inventino in tempi molto rapidi il teletrasporto… ovviamente non solo per gli scone: devo dire che anche la spiaggia nera mi ha conquistato, così come tutti gli altri posti che state visitando. Buona continuazione! 🙂
Agnese - I'll B right back
Marzo 7, 2017Hai citato tre cose che mi sono piaciute tantissimo questa settimana: la Boulevars di Reefton, la spiaggia di sabbia nera e il miele di manuka (che quello mi piace sempre, vabbè). Ti ringrazio, a presto!! 🙂
Alla fine di un viaggio
Febbraio 27, 2017paesaggi fantastici
Agnese - I'll B right back
Marzo 7, 2017Lo penso anche io!! 🙂
Girovagandoconstefania
Febbraio 27, 2017Avete visto foche e capodogli 🙂 col vostro viaggo on the road dovete tener conto che passatore in posti non così belli ma per arrivare ad altri stupendi 🙂
Agnese - I'll B right back
Marzo 7, 2017Sì, degli animali che abbiamo visto non mi lamento per niente 🙂 Hai ragione Stefania, devo solo avere un po’ di pazienza! Grazie 🙂
Beatrice
Febbraio 27, 2017Vedo che il viaggio prosegue tra paesaggi magnifici! Mi hanno molto incuriosita quei due musei, adoro le cose “vecchie”, soprattutto scatole e confezioni alimentari (si lo so, è una cosa strana!). Mi sembra di essere in viaggio con voi, di scoprire la Nuoza Zelanda piano piano, leggendo i tuoi racconti! Grazie 🙂
Agnese - I'll B right back
Marzo 7, 2017Ma lo sai che anche a me le scatole mi piacciono un sacco? Il mio babbo fa la collezione di scatole di latta, per cui mi sono sempre piaciute tanto! Questi musei effettivamente sono stati interessanti, diversi dai nostri: pochi capolavori dell’arte, più vita vissuta. A suo modo sono belli anche loro!!
Daniela - The DAZ box
Febbraio 27, 2017Mi hai fatto venire super fame con quella grigliata di pesce misto, mamma mia! Comunque bellissimo, soprattutto la camminata di 11 km e rotti, quanto amo le scogliere a picco sul mare!
Agnese - I'll B right back
Marzo 7, 2017Eheheh per una volta ci siamo concessi una cena come si deve (seppur nei cartoni del take-away, non sia mai!!). Anche io amo le camminate sulle scogliere e sui promontori, infatti questa è una delle camminate più belle che abbia mai fatto 🙂
Marika
Febbraio 27, 2017Che meraviglia. Le foto descrivono a pieno i paesaggi…
Agnese - I'll B right back
Marzo 7, 2017Grazie, sono contenta che dalle foto si percepisca anche solo minimamente la meraviglia di certi posti! Mi fa piacere 🙂
Stefania “Prossima Fermata Giappone” Sabia
Febbraio 28, 2017La foto dove sei insieme alla foca è troppo carina XD la foca mi fa morire, ha una faccia imperturbabile come se non le importasse nient’altro che prendere il sole!!
Devo dire che, a parte foche e capidogli che come già ti avevo detto su facebook sarebbero due attività che amerei molto, mi incuriosiscono anche tutta la serie di paesini dedicati alla storia delle miniere.
I paesaggi sono sempre meravigliosi poi, quindi non vedo l’ora che arrivi il resoconto della prossima settimana per vedere cosa ci riserva ancora la Nuova Zelanda, posso capire benissimo la tua impazienza perché anche io quando sono in viaggio sono iperattiva e se non vedo/faccio mille cose mi sembra di sprecare il tempo, ma come dici tu quello che stai facendo è un viaggio diverso, lo penso anche io, più un viaggio del vivere, dell’interagire che del portare a casa il più possibile a tutti i costi.
Un grande abbraccio!!
Agnese - I'll B right back
Marzo 7, 2017Ahahah veramente, secondo me alla foca di me e di tutto il resto del mondo non gliene importava proprio niente 😀 Anche la storia delle miniere e delle vite ad esse legate è stata molto interessante. È una storia diversa dalla nostra, ma non per questo meno importante e curiosa!
Hai proprio ragione Stefania, questo è un viaggio del vivere. Queste tre parole me le devo stampare nella mente!! Grazie 🙂
Lauro
Febbraio 28, 2017Io avrei una curiosità: le tue foto sono molto belle, per di più con l’orizzonte del mare sempre perfettamente orizzontale, ma dici che per le foto alle foche hai usato il cellulare. Volevo sapere se tutte le tue foto sono scattate con il cellulare e quale usi. Resta sempre molto interessante la tua descrizione di strade e posti e mi sono molto utili le indicazioni sulle strade chiuse a causa del terremoto.
Agnese - I'll B right back
Marzo 7, 2017Grazie mille Lauro, sono molto contenta che tu trovi utili e interessanti alcune mie descrizioni, è importante per me!
Le fotografie, fino a ora, sono sempre state scattate con un iphone 6 oppure un iphone 6s. Da ora in poi, userò più spesso la mia fotocamera digitale (Sony Cyber-shot DSC-RX100) 🙂
martinaway
Febbraio 28, 2017Leggo che non hai perso il vizio di allungare di mille ore i percorsi a piedi (la Slovenia insegna). Però è così che si fa: con calma, tante foto e nessuna gara. Appoggio in pieno 😉
Quando ho visto le immagini della ferrovia ho subito pensato “Vorrei tantissimo fare un viaggio così!”. Il treno, quando va tutto per il verso giusto, mi rilassa e mi piacerebbe tantissimo vedere quei panorami dai finestrini!
Richard invece ha capito tutto. TUTTO. Da grande voglio fare la Richard.
P.S. La foca che se la tira è fantastica 😛
Agnese - I'll B right back
Marzo 7, 2017La foca è proprio fica! (Battute infelici che adesso mi sotterro, va bene, addio).
Richard è un mito, ho provato tanto piacere a chiacchierare con lui, è bello scoprire le storie degli altri!!
ladiesarebaking
Febbraio 28, 2017Che meraviglia Agnese! Non riesco a non provare invidia…sempre positiva chiaramente ! I paesaggi…i ritmi…il cibo ❤ ecco forse l’unica cosa a cui non saprei rinunciare è un bagno tutto mio
Agnese - I'll B right back
Marzo 7, 2017Eh lascia stare, un bagno tutto mio e un po’ di comodità è quello che in questo momento mi manca di più! Ma un viaggio del genere serve anche ad essere flessibili e ad imparare ad adattarsi, per cui per ora resisto senza problemi 🙂 Tutto il resto per ora me lo godo!! 🙂
flavia ricciuti
Febbraio 28, 2017Wow! il whale watching!! *.* deve essere stato bellissimo..leggendo i tuoi commenti finali ho letto che non c’è stata ancora una cosa che ti ha lasciato senza fiato, me lo stavo chiedendo anche io leggendo il tuo racconto..insomma sappiamo che la Nz ha tantissimo da offrire, ma al momento non sembra un granchè :/ .. però hai ragione, è solo l’inizio! Prima di partire vi siete scelti tutte le tappe o state andando a braccio?
Agnese - I'll B right back
Marzo 7, 2017Sì Flavia, è stato davvero bello!! 🙂
Devo dire che la parte migliore della Nuova Zelanda, per ora, è quella che non riesco a farvi vedere: i paesaggi incolti e selvaggi che incontriamo guidando. Non riuscirei a fermarmi ogni 5 minuti per scattare foto, e comunque so che le foto non renderebbero 🙁 Però insomma, io sono fiduciosa e so che il meglio deve ancora arrivare 🙂
Abbiamo un itinerario di massima in testa, ma non c’è niente di estremamente preciso 🙂
NonPuòEssereVero
Marzo 2, 2017Forse sarebbe stato meglio non trovarlo il tuo blog che leggendo questo post e guardando le foto mi è venuta una fortissima invidia 😀
Agnese - I'll B right back
Marzo 7, 2017Ahahah ma noooo, invece sono contenta di essermi fatta trovare 🙂 Spero che non ti causi troppa invidia ma solo voglia di partire per la Nuova Zelanda!! 🙂
Carmen
Marzo 9, 2017Ciao Agnese, eccomi di nuovo qua a leggere i tuoi racconti di viaggio. Ho sbavato qualche secondo guardando la foto della colazione 😉 e meno male che vengo da un weekend lungo sulla neve dove ho mangiato tantissimo e ovviamente la colazione era il mio momento preferito. Comunque ti capisco molto bene sui ritmi lenti, anch’io faccio fatica a rilassarmi in viaggio o meglio mi rilasso macinando chilometri a piedi e in macchina, facendo escursioni però a volte mi rendo conto che bisogna imparare ad andare più lenti perché non ce ne rendiamo conto ma ne abbiamo bisogno. Vado a leggere la settimana 3 Un abbraccio
Agnese - I'll B right back
Marzo 10, 2017Ahaha hai visto che belle colazioni? Certo, se sei stata in montagna sicuramente non hai di che lamentarti 🙂
Eh vedi, siamo d’accordo! Anche io mi rilasso così, la sera quando vado a dormire sono molto più contenta se sono stanca per aver fatto e visto tante cose! Però in questo caso avere ritmi lenti è proprio inevitabile, non c’è niente da fare…solo cercare di abituarsi 🙂
Grazie! 🙂